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eterotopie / 14 maggio 2017

Bloccati da mesi a Idomeni, al confine tra la Grecia e la Macedonia, più di 15.000 rifugiati curdi, siriani, pakistani e afghani decidono di far partire una rivolta, interrompendo il passaggio dei treni che attraversano il campo. Ripresi inizialmente in interminabili file per cibo o medicinali, dopo essere stati ridotti a sagome, a “spettri” che attendono in un limbo fatto di fango e di pioggia, nel lirico epilogo i rifugiati assurgono a individui. Inquadrati frontalmente ne possiamo osservare i volti, gli sguardi imbarazzati dalla telecamera, che investono lo spettatore interpellandolo direttamente. Il testo conclusivo è un’accusa diretta all’Europa istituzionale, ma in prima istanza ai suoi abitanti, colpevoli di aver annientato le proprie ideologie e dimenticato il proprio passato, rievocato da un altro spettro, quello di Walter Benjamin, morto suicida nel 1940 in seguito al rifiuto del visto che lo avrebbe fatto imbarcare per gli Stati Uniti.

 

Stuck for months at Idomeni, on the border between Greece and Macedonia, more than 15.000 Kurdish, Syrian, Pakistani and Afghan refugees decide to start a riot, interrupting the passage of the trains crossing the field. Initially filmed standing in endless queues for food or medicines, after turning gaunt, like "ghosts" who are waiting in a limbo made of mud and rain, in this lyrical epilogue through which these refugees become individuals. Framed frontally we can observe their faces, their looks embarrassed by the camera which invest the audience, engaging it directly. The final text is a direct accusation to institutional Europe, but above all things to its inhabitants, guilty of having destroyed their own ideologies and forgotten their past, evoked by another spectrum, that of Walter Benjamin, who committed suicide in 1940 as a result of the refusal of the visa that would have let him embark to the United States.

arti visive / 14 maggio 2017

18 maggio - 3 giungo 2017
orari: giovedì – sabato: 16.00-19.00 | durante il festival 18.00-21.00
Haus der Kunst / Cantieri Culturali alla Zisa
a cura di Verein Düsseldorf-Palermo

Opere di 17 artisti ispirati ai corti in concorso nella sezione Queer Short. Gli artisti coinvolti Bejamin Novalis-Hoffman / Dimitri Agnello / Evangelos Koukowikatis e Christina Böckler / Andrea Buglisi / Daniele  Franzella / Roberta Mazzola / Sara  Rizzo / Francesco Tagliavia / Giuseppe  Borgia / Andrea Stepkova / Michael  Kortländer / Alessandro  Bazan / Francesco Costantino / Marcello  Buffa / Marta Colombo / Birgit Jensen

nuove lezioni siciliane / 14 maggio 2017

NUOVE LEZIONI SICILIANE
WORKSHOP CLAIRE SIMON
2 GIUGNO – 9 GIUGNO 2017

Sicilia Queer 2017 / 13 maggio 2017

prodotto da con il contributo di main sponsor main technical sponsor con il sostegno di in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner

Sicilia Queer 2018 / 13 maggio 2017

Sicilia Queer 2019 / 13 maggio 2017

prodotto da con il contributo di con il sostegno di sposor tecnici principali in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner

Sicilia Queer 2020 / 13 maggio 2017

prodotto da con il contributo di con il sostegno di sposor tecnici principali in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner

Sicilia Queer 2021 / 13 maggio 2017

prodotto da con il contributo di con il sostegno di sposor tecnici principali in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner

Sicilia Queer 2022 / 13 maggio 2017

prodotto da con il contributo di con il sostegno di sposor tecnici principali in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner

Sicilia Queer 2023 / 13 maggio 2017

prodotto da con il contributo di con il sostegno di sposor tecnici principali in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner

Sicilia Queer 2017 / 19 gennaio 2017

direttore artistico Andrea Inzerillo

direzione organizzativa, queer short Tatiana Lo Iacono

collaborazione alla direzione organizzativa Giorgio Lisciandrello

programmer Etrio Fidora, Giorgio Lisciandrello, Roberto Nisi

programmer queer short Emmanuelle Bouhours, Roberto Rippa

retrovie italiane Umberto Cantone

ufficio stampa Giovannella Brancato, Ada Tullo

assistenza ufficio stampa Eleonora Giammanco, Andrea Anastasi

progetto grafico Donato Faruolo

webmaster Roberto Speziale

comunicazione generale Associazione Culturale Sicilia Queer

segretaria di giuria Emmanuelle Bouhours

assistenza alla direzione organizzativa Coralise Biosa, Chiara Bonanno, Eleonora Giammanco, Francesca Ernandes

sottotitoli Sudtitles Palermo Simona Marino, Ambra Cascio, Vittoria De Stefani, Flavia Guadagnino, Augusta Marsan, Vincenza Malandrino

traduzioni sottotitoli e interpretariato Simona Marino, Ambra Cascio, Cecilia Chianese, Vittoria De Stefani, Francesca Genduso, Flavia Guadagnino, Gennaro Andrea Lauro, Giorgio Lisciandrello, Federica Lo Curto, Eugenio Lo Verso, Vincenza Malandrino, Laura Malleo, Augusta Marsan, Sara Merlino, Flavia Petrone, Nicoletta Scapparone, Maria Rita Schicchi, Cristina Terrano, Giorgia Valenti

movimentazione copie e responsabili di sala Simona Marino, Cecilia Chianese

coordinamento organizzazione generale e accoglienza Marco Crisci, Etrio Fidora, Roberta Sardella

organizzazione generale e accoglienza Andrea Anastasi, Federica Barbaro, Davide Campanella, Maria Chiara Caldarella, Giulia Cicilese, Valeria Cilese, Federica Fiandaca, Stefania Galazzo, Maria Claudia Gurgone, Francesca Genduso, Alessio Librizzi, Salvatore Macaluso, Veniero Magenga, Carmen Perconti, Angelo Profeta, Giuliana Scolaro, Francesco Teresi, Mattia Trupia, Chiara Volpes

stagisti Coralise Biosa, Davide Campanella, Cecilia Chianese, Vincenza Malandrino

web tv 2017 Valentina Lamantia, Francesca Sapia, Etrio Fidora

sigla SQ 2017 Valentina Lamantia

foto Simona Mazzara, Miriana Chiarelli, Serena Cardinale

video Anna Lidia Taglialavoro, Alessia Maddalena, Noemi Mazziti Moschella, Laura Nina, Emiliano Prestigiacomo, Ivana Stroscio

proiezioni Cinema De Seta, Goethe-Institut, Arena Danilo Flachi, Angelo Mattatresa, Franco Rizzuto, Rino Cammarata, Marcello Buccheri

premi Daniele Franzella, Vincenzo Vizzari – Cittàcotte

presentatrici Serena Ganci, Ersilia Lombardo

bookshop Libreria Easy Reader (Laura Bonomo), Edizioni Precarie (Carmela Dacchille), Massimiliano Di Liberto

curatela Franko B. Love Letters Antonio Leone, Paola Nicita

letterature queer Mirko Lino, Silvia Antosa

queer music Almendra Music e Db Produzioni

attività formative Giuseppe Burgio, Giovanni Lo Monaco

tutor attività formative Grazia Asaro, Gianfranco Scavuzzo

teatro bastardo Giovanni Lo Monaco, Giovanna La Barbera

archivio festival Andrea Anastasi, Luca Di Grigoli, Alessio Librizzi

ospitalità Maurizio Giambalvo, Francesca Pellitteri, Visitpalermo.it

comunicazione & social media Associazione Culturale Sicilia Queer

catalogo a cura di Andrea Inzerillo

redazione Giampaolo Abbondio, Gabriel Abrantes, Franko B., Fulvio Baglivi, Umberto Cantone, Serge Daney, Georges Didi-Huberman, Vincent Dieutre, Richard Dindo, Andrea Inzerillo, Antonio Leone, Giovanni Lo Monaco, Jean-Pierre Melville, Paola Nicita, Alessandro Pinto, Vivien Sica, Lionel Soukaz

schede Cecilia Chianese, Etrio Fidora, Francesca Genduso, Giorgio Lisciandrello, Roberto Rippa

traduzioni Francesco Caruso, Cecilia Chianese, Giulia Faustlich, Francesca Genduso, Etrio Fidora, Erica Grossi, Pietro Meschini, Chiara Volpes

revisioni Giulia Faustlich

design Donato Faruolo

carte postale à Serge Daney / 27 maggio 2016

Una ragazza è in balia di uno statico onanismo che la tiene prigioniera tra le mura della sua casa. Affamata e irrequieta, scrive di getto i suoi pensieri su fogli di carta con cui tenta di ritrovare una logicità che pare aver ormai perduto. Ormai conscia del fatto che le necessità non possono essere saziate da processi interiori, intraprende un viaggio da un capo all'altro della Francia per colmare quei vuoti che solo l'altro può tentare di saziare: magari lui, un camionista incontrato per caso, o lei, un'amante da tempo dimenticata, o forse tu, spettatore, che ti interroghi sui lunghi silenzi che circondano la protagonista. Un manifesto avanguardista che, grazie anche a una coraggiosa messa in scena, è riuscito ad anticipare ampiamente tematiche e argomenti di grande interesse nel panorama artistico odierno.

A girl is at the mercy of a static onanism that keeps her imprisoned between her house's walls. Hungry and unsettled, she writes her thoughts on papers in one go whereby she tries to recover her lost cogency. By now aware about the fact that her necessities cannot be satisfied by internal processes, she undertakes a trip from end to end of France to fill those holes that only the other could try to satisfy: maybe him, a truck driver met by change, or her, a lover forgot long time ago, or maybe you, viewer, that question yourself about the long silences that surround the protagonist. An avant-garde manifest that, also thanks to a brave mise-en-scene, succeeded to hasten themes and topics of great interest in the today's artistic panorama.

carte postale à Serge Daney / 27 maggio 2016

 

Buster entra in un teatro dove tutti i componenti dell’orchestra, il pubblico, i tecnici e il direttore hanno le sembianze di Buster Keaton. Dopo aver assistito a questo surreale spettacolo lo vediamo svegliarsi sul suo letto svelandoci che in verità era tutto un sogno. Degli uomini lo buttano giù dal letto all’interno della sua stanza ma le apparenze ingannano ancora, basta spostare le pareti per capire che si tratta di un teatro dove Buster lavora come tecnico. Tra i cortometraggi più celebri di Keaton, The Playhouse presenta una sperimentazione tecnica all’avanguardia per i tempi con la ripetizione fino a nove volte della figura di Keaton sul palcoscenico.

Buster enters a theater where all the musicians, the audience, the technicians, and the director look like him. After this surreal episode, he wakes up and the truth is revealed: it was all just a dream. Some men then pull him out of his bed, but once again appearances are deceiving. The walls are pulled away, and we realize that Buster is not in his own room, but rather in the theater where he works as a technician. This is one of Keaton's most famous shorts. The Playhouse contains a novel technical experiment with the repetition of Keaton's figure nine times in one scene.screenplay Buster Keaton Eddie Cline

carte postale à Serge Daney / 27 maggio 2016

 

Una compagnia petrolifera avida e senza scrupoli riesce a rubare il contratto di proprietà delle terre a una tribù indiana uccidendo uno di loro. La tribù, sul piede di guerra, decide allora di uccidere qualsiasi uomo bianco si avvicini alla riserva. Sarà proprio Buster a varcare per primo il cancello del villaggio indiano. Dopo un inseguimento e successivo rogo dal quale Buster riesce a salvarsi grazie a un abito ignifugo, diventerà un componente della tribù aiutando gli indiani a riconquistare il maltolto. The paleface è un film che nasce come parodia del genere western americano degli anni ’20 anticipando in maniera sorprendente la posizione a favore degli indiani contro l’arrogante uomo bianco.

 

A greedy, unscrupulous oil company has stolen an Native American tribe’s lease to their land and killed one of them. Furious, the tribe orders that the first white man who enters their encampment be killed, and Buster ends up being that man. After escaping death thanks to a fireproof suit, Buster becomes a member of the tribe and helps them regain their land. The Paleface is a parody of American Westerns of the 20s and it is an early and unexpected promotion of Native Americans against the arrogance of the white man.

carte postale à Serge Daney / 27 maggio 2016

Buster e Fatty gestiscono un garage che è anche una stazione dei vigili del fuoco. Nella prima parte i due, alle prese con il lavaggio di un’automobile, metteranno a soqquadro l’intero garage imbrattando di olio e grasso dappertutto. Anche gli sforzi del giovane dandy, impegnato a corteggiare la figlia del proprietario del garage, saranno resi vani dai disastri dei due imbranati. Nella seconda parte Buster e Fatty, alle prese con un falso allarme-incendio, finiranno per scoprire che è il garage che sta andando a fuoco. The Garage è uno dei corti più maturi e divertenti del duo comico, dove l’influenza del giovane Keaton è già evidente nelle scelte registiche e nelle esilaranti gag del film.

Buster and Fatty run a garage that is also serves as a firehouse. In Part I, they try to wash a car, but instead they make a mess of oil and grease all over the garage. Meanwhile, a young dandy is trying to seduce the daughter of the garage's owner of the garage. He fails, largely because of disasters caused by Buster and Fatty's clumsiness. In Part II, Buster and Fatty, while struggling with a false fire alarm, end up finding a real fire in the garage. The Garage is one of the comic duo's funniest and best-developed short films. The young Keaton exerted a clear influence on Arbuckle's choices as a director and on the film's gags.

carte postale à Serge Daney / 27 maggio 2016

 

In seguito a un equivoco dovuto a uno scambio di diplomi il giorno della cerimonia di proclamazione all’Università Popolare, Buster, dottore in Botanica, viene assunto come ingegnere elettrico per impiantare dei marchingegni elettrici in casa di un ricco possidente. Di ritorno dalle vacanze, il ricco possidente e la sua famiglia saranno introdotte ai congegni inventati da Buster: le scale mobili, il porgi-libro automatico, il biliardo elettrico. Il vero ingegnere elettrico, fatto fuori in seguito all’equivoco, ha pronto il piano per servire la sua vendetta, invertendo i fili elettrici della casa e facendo impazzire i dispositivi. The Electric House è uno dei corti da due-rulli più celebri di Keaton in cui si celebra una sorta di “rivolta delle macchine”, l’impossibilità di riportare tutto a un ordine.

 

Some diplomas are inadvertently switched during graduation from the Community College, and this confusion leads to Buster, who graduated with a degree in botany, being hired as the engineer responsible for installing electric machinery in a mansion. When the rich owner and his family return from their holidays, they encounter Buster's strange machinery: the escalator, a automatic book delivery system, and the electric pool table. The real engineer, who was fired because of the misunderstanding, wants revenge. He switches the electric cables of the house and causes a short circuit. The Electric House is one of Keaton's most famous short films. It celebrates a “revolt of the machines”, which represents the impossibility keeping everything under control.

carte postale à Serge Daney / 27 maggio 2016

Buster è al luna park, tra una visita all’interno della casa stregata e un giro su una giostra, si ritrova un po’ per caso ad assistere al lancio di un pallone aerostatico. In seguito a un errore e a molta distrazione lo troviamo a volare sul pallone che diventerà la sua casa fino a quando non lo bucherà provando a sparare a un’anatra precipitando in un bosco. Lì continueranno le sue avventure con pericolosi orsi, canoe smontabili e una donna che il giovane Buster proverà a conquistare. Con una costruzione più varia di altri suoi lavori, The Ballonatic rappresenta emblematicamente il metodo di lavoro di Keaton, numerose improvvisazioni all’interno di una struttura coerente e consapevolmente cinematografica.

 

Buster goes to the amusement park. After visiting the House of Horrors and taking a ride on the merry-go-round, he ends up helping out with the launch of a hot air balloon. Due to a misunderstanding and some distraction on Buster's part, he finds himself flying the balloon. It becomes his home until, while trying to shoot a duck, he punctures the balloon and crashes it in a forest. His adventures continue with dangerous bears, canoes, and a woman that he tries to seduce. This film's construction is more varied than that of his other works, and it is an emblematic representation of Keaton's working method -- numerous improvisations contained within a coherent and intentional cinematographic structure.

carte postale à Serge Daney / 27 maggio 2016

Buster e la sua vicina di casa sono innamorati e si scambiano messaggi d’amore attraverso un buco della palizzata che divide le due case. Le famiglie dei due, che si odiano e rivaleggiano, cercano di dividerli in tutti i modi. Buster però è intenzionato a sposare la ragazza e pur di raggiungere il suo obiettivo è pronto a sfidare i genitori inventando marchingegni, improvvisando acrobazie circensi, fino a rivolgersi al giudice di pace per ottenere la mano dell’innamorata. Neighbors è il quinto cortometraggio realizzato da Keaton per la Metro Pictures Corporation in collaborazione con Eddie Cline, uno dei lavori più riusciti del repertorio del duo registico, in cui lo spazio dei due cortili divisi dalla staccionata fa da palcoscenico alle avventure dei due amanti per la maggior pare del film.

 

Buster and his neighbour fall in love and exchange messages of their devotion through a hole in the picket fence that divides their two houses. Their families are rivals who hate each other, and they try to separate the pair by any means possible. But Buster wants to marry the girl, and to accomplish this girl, he's ready to challenge his parents. He comes up with various gimmicks and circus acrobatics, before eventually calling a judge to marry them. Neighbors is the fifth short movie that Buster Keaton made for Metro Pictures Corporation in collaboration with Eddie Cline. The film is one of their most successful works. In it, the space of the two yards, divided by the picket fence, becomes the stage for the two lovers' adventures. 

eterotopie / 26 maggio 2016

A PEINE J’OUVRE LES YEUX Leyla Bouzid Francia-Tunisia-Belgio-Emirati Arabi Uniti 2016 / 102' / v.o. sott. it.

Tunisia, estate 2010, pochi mesi prima della Rivoluzione. Farah è una ragazza energica e vitale, canta in un gruppo rock politico e non ama particolarmente le regole. I genitori vorrebbero che studiasse medicina ma lei preferisce divertirsi ed andare a spasso la notte con i suoi amici ed il suo ragazzo. Le sue canzoni parlano di libertà e di emancipazione e la sua voce risuona forte nei bar e nei pub tunisini. C'è però a chi non fa troppo piacere sentire i suoi testi ma Farah non da peso né alle minacce né ai disperati consigli di sua madre. Del resto, Farah ama cantare. Tunis, summer 2010, a few months after the Revolution. Farah is an energetic and dynamic girl, she sings in a political rock band and she doesn't particularly love rules. Her parents would like her to study medicine but she prefers to have fun going around at night with her friends and her boyfriend. Her songs talk about freedom and emancipation and her voice resounds loud in Tunisian bars and pubs. There are also those who doesn't like to listen to her lyrics but neither threats nor her mother’s desperate advice seem to bother Farah. She loves to sing after all. Leyla Bouzid è nata a Tunisi nel 1984. Nel 2003 si trasferisce a Parigi per studiare, prima letteratura francese alla Sorbona e, in seguito, regia alla Fémis. Nel 2011 dirige il film di diploma, Mkhobbi fi kobba, a Tunisi, pochi mesi prima della rivoluzione. Successivamente decide di girare, nel sud della Francia e con attori non professionisti, Zakaria. Questi due cortometraggi ricevono numerosi premi e una calda accoglienza nei festival francesi e internazionali. A peine j'ouvre les yeux è la sua opera prima. Leyla Bouzid was born in Tunis in 1984. In 2003 she moved to Paris to study, first French litterature at the Sorbonne and then filmmaking at the Fémis. In 2011 she directed her graduation film, Mkhobbi fi kobba, in Tunis, a few months after the revolution. Later she decided to shoot, in the south of France with unprofessional actors, Zakaria. These two short movies have received many prizes and a warm reception in international and French festivals. A peine j'ouvre les yeux is her first feature film.

 

 

 

screenplay Leyla Bouzid Marie-Sophie Chambon cinematography Sébastien Goepfert editing Lilian Corbeille sound Khyam Allami Ludovic Van Pachterbeke Rémi Gérard cast Baya Medhaffer Ghalia Benali Montassar Ayari Aymen Omrani Lassaad Jamoussi Deena Abdelwahed Youssef Soltana Marwn Soltana producer Sandra Da Fonseca Imed Marzouk Anthony Rey Nathalie Mesuret Bertrand Gore contact www.cineclubinternazionale.eu Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. document.getElementById('cloakde4f6c71ff8449f1371f9b0b76e81670').innerHTML = ''; var prefix = 'ma' + 'il' + 'to'; var path = 'hr' + 'ef' + '='; var addyde4f6c71ff8449f1371f9b0b76e81670 = 'paolo.minuto' + '@'; addyde4f6c71ff8449f1371f9b0b76e81670 = addyde4f6c71ff8449f1371f9b0b76e81670 + 'cineclubinternazionale' + '.' + 'eu'; var addy_textde4f6c71ff8449f1371f9b0b76e81670 = 'paolo.minuto' + '@' + 'cineclubinternazionale' + '.' + 'eu';document.getElementById('cloakde4f6c71ff8449f1371f9b0b76e81670').innerHTML += ''+addy_textde4f6c71ff8449f1371f9b0b76e81670+'';

A PEINE J’OUVRE LES YEUX
Leyla Bouzid
Francia-Tunisia-Belgio-Emirati Arabi Uniti 2016 / 102' / v.o. sott. it.

Tunisia, estate 2010, pochi mesi prima della Rivoluzione. Farah è una ragazza energica e vitale, canta in un gruppo rock politico e non ama particolarmente le regole. I genitori vorrebbero che studiasse medicina ma lei preferisce divertirsi ed andare a spasso la notte con i suoi amici ed il suo ragazzo. Le sue canzoni parlano di libertà e di emancipazione e la sua voce risuona forte nei bar e nei pub tunisini. C'è però a chi non fa troppo piacere sentire i suoi testi ma Farah non da peso né alle minacce né ai disperati consigli di sua madre. Del resto, Farah ama cantare.

Tunis, summer 2010, a few months after the Revolution. Farah is an energetic and dynamic girl, she sings in a political rock band and she doesn't particularly love rules. Her parents would like her to study medicine but she prefers to have fun going around at night with her friends and her boyfriend. Her songs talk about freedom and emancipation and her voice resounds loud in Tunisian bars and pubs. There are also those who doesn't like to listen to her lyrics but neither threats nor her mother’s desperate advice seem to bother Farah. She loves to sing after all.

Leyla Bouzid è nata a Tunisi nel 1984. Nel 2003 si trasferisce a Parigi per studiare, prima letteratura francese alla Sorbona e, in seguito, regia alla Fémis. Nel 2011 dirige il film di diploma, Mkhobbi fi kobba, a Tunisi, pochi mesi prima della rivoluzione. Successivamente decide di girare, nel sud della Francia e con attori non professionisti, Zakaria. Questi due cortometraggi ricevono numerosi premi e una calda accoglienza nei festival francesi e internazionali. A peine j'ouvre les yeux è la sua opera prima.

Leyla Bouzid was born in Tunis in 1984. In 2003 she moved to Paris to study, first French litterature at the Sorbonne and then filmmaking at the Fémis. In 2011 she directed her graduation film, Mkhobbi fi kobba, in Tunis, a few months after the revolution. Later she decided to shoot, in the south of France with unprofessional actors, Zakaria. These two short movies have received many prizes and a warm reception in international and French festivals. A peine j'ouvre les yeux is her first feature film.

 

screenplay
Leyla Bouzid
Marie-Sophie Chambon

cinematography
Sébastien Goepfert

editing
Lilian Corbeille

sound
Khyam Allami
Ludovic Van Pachterbeke
Rémi Gérard

cast
Baya Medhaffer
Ghalia Benali
Montassar Ayari
Aymen Omrani
Lassaad Jamoussi
Deena Abdelwahed
Youssef Soltana
Marwn Soltana

producer
Sandra Da Fonseca
Imed Marzouk
Anthony Rey
Nathalie Mesuret
Bertrand Gore

contact
www.cineclubinternazionale.eu
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. document.getElementById('cloak1b1fda0ad82da2788a823b0adb1cb45d').innerHTML = ''; var prefix = 'ma' + 'il' + 'to'; var path = 'hr' + 'ef' + '='; var addy1b1fda0ad82da2788a823b0adb1cb45d = 'paolo.minuto' + '@'; addy1b1fda0ad82da2788a823b0adb1cb45d = addy1b1fda0ad82da2788a823b0adb1cb45d + 'cineclubinternazionale' + '.' + 'eu'; var addy_text1b1fda0ad82da2788a823b0adb1cb45d = 'paolo.minuto' + '@' + 'cineclubinternazionale' + '.' + 'eu';document.getElementById('cloak1b1fda0ad82da2788a823b0adb1cb45d').innerHTML += ''+addy_text1b1fda0ad82da2788a823b0adb1cb45d+'';

panorama queer / 25 maggio 2016

Elle Reid è una vecchia poetessa lesbica che sta ancora metabolizzando la recente morte della sua compagna di una vita. Dopo la fine della relazione di quattro mesi con Olivia, una sua giovane ammiratrice, riceve un'inaspettata visita da Sage, sua nipote diciottenne. La ragazza ha bisogno di 630$ per abortire entro il tramonto o la sua vita sarà rovinata per sempre. Elle però non ha il becco di un quattrino e la dispotica madre di Sage ha bloccato alla ragazza la carta di credito. Come farà quindi Elle a trovare i soldi per ridare la libertà all'infelice nipotina? Le due donne si imbarcheranno in un road trip per risolvere i loro problemi, tra scheletri nell'armadio e segreti da tempo sepolti.

 

Elle Reid is an old lesbian poet still coping with the recent death of ther long-term life partner. After the end of the four month relation with Olivia, her younger admirer, she receives an unexpected visit by Sage, his eighteen years old granddaughter. The girl need 630$ to make an abortion before sundown or her life will be ruined forever. However, Ellen is broke and Sage's overbearing mother has blocked her credit card. How does Elle find the money to set her trouble grandbaby free? The two women will embark in a road trip to solve their problems, between rattling skeletons and buried secrets.