retrovie italiane / 15 maggio 2017
Il padre è impegnato in politica, la madre è una candida ninfomane che va dove la portano i sensi. La piccola Piera cresce sballottata tra gli spaesamenti del padre (innamoratissimo della moglie, ma angosciato dal suo comportamento) e le scorribande sessuali della madre. I genitori finiscono entrambi in manicomio, e la figlia, a sorpresa, diventa attrice. Dal romanzo omonimo di Piera degli Esposti e Dacia Maraini, un apologo surreale sulla femminilità descritta come natura assoluta, quasi mitica, estranea ai movimenti della Storia. Un film dalle grandi interpretazioni femminili dove le sfumature dei sentimenti delle protagoniste compongono un racconto di grande scandalo e libertà.
The father is involved in politics, the mother is a candid nymphomaniac that follows just her desires. Little girl Piera grows up tossed between her father’s disorientations (he is really in love with his wife, but distressed by her behaving) and her mother’s sexual forays. Both her parents end up in a madhouse, and the daughter, unexpectedly, becomes an actress. Based on the novel by Piera Degli Espositi and Dacia Maraini, a surreal apologia on femininity described as absolute nature, almost a mythical one, unrelated to history. A film with great female interpretations where the shadows of the feelings felt by the main characters compose a tale of great scandal and freedom.
retrovie italiane / 15 maggio 2017
In una affollatissima discoteca, Malvina, una ragazza incinta, viene molestata e importunata da un gruppo di sbandati. Anna, che si trova lì, la salva e decide di portarsela a casa dove lei e Gordon la ospitano per una notte. Malvina si dimostra fin troppo invadente e finisce per venire cacciata dai due, anche se poi è la stessa Anna a rivolerla a casa. Tra i tre comincia a instaurarsi uno strano rapporto fatto di reciproca attrazione. Marco Ferreri, con la complicità di una sceneggiatura scritta insieme a Dacia Maraini e Piera Degli Esposti, mette in scena il tema, a lui molto caro, della crisi della coppia con il solito piglio provocatorio e anarchico che contraddistingue i suoi lavori. Presentato in concorso alla 41° edizione del Festival di Venezia, il film presenta la celebre scena della performance non accreditata di Pierangelo Bertoli.
In a very crowded nightclub, Malvina, a pregnant girl, is harassed and bothered by a group of scoundrels. Anna, being there, saves her and decides to bring her home where she and Gordon host her for a night. Malvina proves to be too much of an intrusive person and ends up being driven away by the two, even if later Anna herself wants her back home. Among them a strange relationship made of reciprocal attraction begins to establish. Marco Ferreri, with the complicity of the screenplay written together with Dacia Maraini and Piera Degli Esposti, puts on stage the theme, very important for him, of the relationship crisis with the usual provocative and anarchic tone that identifies his works. Presented in competition at the 41° edition of the International Festival of Venice, the film presents the famous scene of the uncredited performance by Pierangelo Bertoli.
carte postale à Serge Daney / 14 maggio 2017
Parigi, carcere de La Santé. Gaspard Claude attende di sapere quale sarà il giudizio della Corte per il tentato omicidio della moglie. Durante l’attesa viene trasferito momentaneamente in un’altra cella dove verrà a contatto con un gruppo di detenuti che progettano da tempo un’evasione. Dopo qualche titubanza iniziale, i quattro decidono di coinvolgere il nuovo arrivato all’interno del loro piano di fuga. Lo scavo del buco e della galleria che condurrà i cinque all’agognata libertà metterà a dura prova l’ingegno e i rapporti di fiducia tra i prigionieri. Le trou è uno dei film più significativi della storia del cinema francese e mondiale, considerato da Jean-Pierre Melville come il miglior film francese di tutti i tempi, è costruito con rara maestria su un ritmo pieno di tensioni rese attraverso i rumori, gli sguardi, la suspense. Un’opera di rara bellezza che racconta dentro una messa in scena semplice temi come la dignità, la fiducia, il coraggio. Un film, come dice Serge Daney, capace di “filmare l’idea stessa di libertà”.
Paris, prison La Santé. Gaspard Claude is waiting to know what the court's judgment will be for the attempted murder of his wife. While waiting, he is temporarily transferred to another cell where he will get in contact with a group of inmates who have been planning to escape the prison for some time now. After initial hesitation, the four inmates decide to involve the newcomer in their escape plan. The excavation of the hole and of the gallery that will lead them to the long-awaited freedom will put a strain on their ingenuity and on the relationships of trust between the prisoners. Le trou is one of the most significant films of the French and international history of cinema, also considered by Jean-Pierre Melville as the best French film of all time, it is built with rare mastery at a rhythm full of tensions made through noises, looks and suspense. A work of rare beauty that tells in a simple mise-en-scene themes such as dignity, confidence, and courage. A movie, as Serge Daney says, capable of "filming the very idea of freedom."
eterotopie / 14 maggio 2017
Bloccati da mesi a Idomeni, al confine tra la Grecia e la Macedonia, più di 15.000 rifugiati curdi, siriani, pakistani e afghani decidono di far partire una rivolta, interrompendo il passaggio dei treni che attraversano il campo. Ripresi inizialmente in interminabili file per cibo o medicinali, dopo essere stati ridotti a sagome, a “spettri” che attendono in un limbo fatto di fango e di pioggia, nel lirico epilogo i rifugiati assurgono a individui. Inquadrati frontalmente ne possiamo osservare i volti, gli sguardi imbarazzati dalla telecamera, che investono lo spettatore interpellandolo direttamente. Il testo conclusivo è un’accusa diretta all’Europa istituzionale, ma in prima istanza ai suoi abitanti, colpevoli di aver annientato le proprie ideologie e dimenticato il proprio passato, rievocato da un altro spettro, quello di Walter Benjamin, morto suicida nel 1940 in seguito al rifiuto del visto che lo avrebbe fatto imbarcare per gli Stati Uniti.
Stuck for months at Idomeni, on the border between Greece and Macedonia, more than 15.000 Kurdish, Syrian, Pakistani and Afghan refugees decide to start a riot, interrupting the passage of the trains crossing the field. Initially filmed standing in endless queues for food or medicines, after turning gaunt, like "ghosts" who are waiting in a limbo made of mud and rain, in this lyrical epilogue through which these refugees become individuals. Framed frontally we can observe their faces, their looks embarrassed by the camera which invest the audience, engaging it directly. The final text is a direct accusation to institutional Europe, but above all things to its inhabitants, guilty of having destroyed their own ideologies and forgotten their past, evoked by another spectrum, that of Walter Benjamin, who committed suicide in 1940 as a result of the refusal of the visa that would have let him embark to the United States.
arti visive / 14 maggio 2017
18 maggio - 3 giungo 2017
orari: giovedì – sabato: 16.00-19.00 | durante il festival 18.00-21.00
Haus der Kunst / Cantieri Culturali alla Zisa
a cura di Verein Düsseldorf-Palermo
Opere di 17 artisti ispirati ai corti in concorso nella sezione Queer Short. Gli artisti coinvolti Bejamin Novalis-Hoffman / Dimitri Agnello / Evangelos Koukowikatis e Christina Böckler / Andrea Buglisi / Daniele Franzella / Roberta Mazzola / Sara Rizzo / Francesco Tagliavia / Giuseppe Borgia / Andrea Stepkova / Michael Kortländer / Alessandro Bazan / Francesco Costantino / Marcello Buffa / Marta Colombo / Birgit Jensen
nuove lezioni siciliane / 14 maggio 2017
NUOVE LEZIONI SICILIANE
WORKSHOP CLAIRE SIMON
2 GIUGNO – 9 GIUGNO 2017
Sicilia Queer 2017 / 13 maggio 2017
prodotto da con il contributo di main sponsor main technical sponsor con il sostegno di in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner
Sicilia Queer 2018 / 13 maggio 2017
Sicilia Queer 2019 / 13 maggio 2017
prodotto da con il contributo di con il sostegno di sposor tecnici principali in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner
Sicilia Queer 2020 / 13 maggio 2017
prodotto da con il contributo di con il sostegno di sposor tecnici principali in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner
Sicilia Queer 2021 / 13 maggio 2017
prodotto da con il contributo di con il sostegno di sposor tecnici principali in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner
Sicilia Queer 2022 / 13 maggio 2017
prodotto da con il contributo di con il sostegno di sposor tecnici principali in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner
Sicilia Queer 2023 / 13 maggio 2017
prodotto da con il contributo di con il sostegno di sposor tecnici principali in collaborazione con sponsor tecnici media partner festival partner
Sicilia Queer 2024 / 13 maggio 2017
prodotto da con il contributo di con il sostegno di in collaborazione con sposor tecnici principali mobility partner sponsor tecnici media partner festival partner
Sicilia Queer 2017 / 19 gennaio 2017
direttore artistico Andrea Inzerillo
direzione organizzativa, queer short Tatiana Lo Iacono
collaborazione alla direzione organizzativa Giorgio Lisciandrello
programmer Etrio Fidora, Giorgio Lisciandrello, Roberto Nisi
programmer queer short Emmanuelle Bouhours, Roberto Rippa
retrovie italiane Umberto Cantone
ufficio stampa Giovannella Brancato, Ada Tullo
assistenza ufficio stampa Eleonora Giammanco, Andrea Anastasi
progetto grafico Donato Faruolo
webmaster Roberto Speziale
comunicazione generale Associazione Culturale Sicilia Queer
segretaria di giuria Emmanuelle Bouhours
assistenza alla direzione organizzativa Coralise Biosa, Chiara Bonanno, Eleonora Giammanco, Francesca Ernandes
sottotitoli Sudtitles Palermo Simona Marino, Ambra Cascio, Vittoria De Stefani, Flavia Guadagnino, Augusta Marsan, Vincenza Malandrino
traduzioni sottotitoli e interpretariato Simona Marino, Ambra Cascio, Cecilia Chianese, Vittoria De Stefani, Francesca Genduso, Flavia Guadagnino, Gennaro Andrea Lauro, Giorgio Lisciandrello, Federica Lo Curto, Eugenio Lo Verso, Vincenza Malandrino, Laura Malleo, Augusta Marsan, Sara Merlino, Flavia Petrone, Nicoletta Scapparone, Maria Rita Schicchi, Cristina Terrano, Giorgia Valenti
movimentazione copie e responsabili di sala Simona Marino, Cecilia Chianese
coordinamento organizzazione generale e accoglienza Marco Crisci, Etrio Fidora, Roberta Sardella
organizzazione generale e accoglienza Andrea Anastasi, Federica Barbaro, Davide Campanella, Maria Chiara Caldarella, Giulia Cicilese, Valeria Cilese, Federica Fiandaca, Stefania Galazzo, Maria Claudia Gurgone, Francesca Genduso, Alessio Librizzi, Salvatore Macaluso, Veniero Magenga, Carmen Perconti, Angelo Profeta, Giuliana Scolaro, Francesco Teresi, Mattia Trupia, Chiara Volpes
stagisti Coralise Biosa, Davide Campanella, Cecilia Chianese, Vincenza Malandrino
web tv 2017 Valentina Lamantia, Francesca Sapia, Etrio Fidora
sigla SQ 2017 Valentina Lamantia
foto Simona Mazzara, Miriana Chiarelli, Serena Cardinale
video Anna Lidia Taglialavoro, Alessia Maddalena, Noemi Mazziti Moschella, Laura Nina, Emiliano Prestigiacomo, Ivana Stroscio
proiezioni Cinema De Seta, Goethe-Institut, Arena Danilo Flachi, Angelo Mattatresa, Franco Rizzuto, Rino Cammarata, Marcello Buccheri
premi Daniele Franzella, Vincenzo Vizzari – Cittàcotte
presentatrici Serena Ganci, Ersilia Lombardo
bookshop Libreria Easy Reader (Laura Bonomo), Edizioni Precarie (Carmela Dacchille), Massimiliano Di Liberto
curatela Franko B. Love Letters Antonio Leone, Paola Nicita
letterature queer Mirko Lino, Silvia Antosa
queer music Almendra Music e Db Produzioni
attività formative Giuseppe Burgio, Giovanni Lo Monaco
tutor attività formative Grazia Asaro, Gianfranco Scavuzzo
teatro bastardo Giovanni Lo Monaco, Giovanna La Barbera
archivio festival Andrea Anastasi, Luca Di Grigoli, Alessio Librizzi
ospitalità Maurizio Giambalvo, Francesca Pellitteri, Visitpalermo.it
comunicazione & social media Associazione Culturale Sicilia Queer
catalogo a cura di Andrea Inzerillo
redazione Giampaolo Abbondio, Gabriel Abrantes, Franko B., Fulvio Baglivi, Umberto Cantone, Serge Daney, Georges Didi-Huberman, Vincent Dieutre, Richard Dindo, Andrea Inzerillo, Antonio Leone, Giovanni Lo Monaco, Jean-Pierre Melville, Paola Nicita, Alessandro Pinto, Vivien Sica, Lionel Soukaz
schede Cecilia Chianese, Etrio Fidora, Francesca Genduso, Giorgio Lisciandrello, Roberto Rippa
traduzioni Francesco Caruso, Cecilia Chianese, Giulia Faustlich, Francesca Genduso, Etrio Fidora, Erica Grossi, Pietro Meschini, Chiara Volpes
revisioni Giulia Faustlich
design Donato Faruolo
carte postale à Serge Daney / 27 maggio 2016
Una ragazza è in balia di uno statico onanismo che la tiene prigioniera tra le mura della sua casa. Affamata e irrequieta, scrive di getto i suoi pensieri su fogli di carta con cui tenta di ritrovare una logicità che pare aver ormai perduto. Ormai conscia del fatto che le necessità non possono essere saziate da processi interiori, intraprende un viaggio da un capo all'altro della Francia per colmare quei vuoti che solo l'altro può tentare di saziare: magari lui, un camionista incontrato per caso, o lei, un'amante da tempo dimenticata, o forse tu, spettatore, che ti interroghi sui lunghi silenzi che circondano la protagonista. Un manifesto avanguardista che, grazie anche a una coraggiosa messa in scena, è riuscito ad anticipare ampiamente tematiche e argomenti di grande interesse nel panorama artistico odierno.
A girl is at the mercy of a static onanism that keeps her imprisoned between her house's walls. Hungry and unsettled, she writes her thoughts on papers in one go whereby she tries to recover her lost cogency. By now aware about the fact that her necessities cannot be satisfied by internal processes, she undertakes a trip from end to end of France to fill those holes that only the other could try to satisfy: maybe him, a truck driver met by change, or her, a lover forgot long time ago, or maybe you, viewer, that question yourself about the long silences that surround the protagonist. An avant-garde manifest that, also thanks to a brave mise-en-scene, succeeded to hasten themes and topics of great interest in the today's artistic panorama.
carte postale à Serge Daney / 27 maggio 2016
Buster entra in un teatro dove tutti i componenti dell’orchestra, il pubblico, i tecnici e il direttore hanno le sembianze di Buster Keaton. Dopo aver assistito a questo surreale spettacolo lo vediamo svegliarsi sul suo letto svelandoci che in verità era tutto un sogno. Degli uomini lo buttano giù dal letto all’interno della sua stanza ma le apparenze ingannano ancora, basta spostare le pareti per capire che si tratta di un teatro dove Buster lavora come tecnico. Tra i cortometraggi più celebri di Keaton, The Playhouse presenta una sperimentazione tecnica all’avanguardia per i tempi con la ripetizione fino a nove volte della figura di Keaton sul palcoscenico.
Buster enters a theater where all the musicians, the audience, the technicians, and the director look like him. After this surreal episode, he wakes up and the truth is revealed: it was all just a dream. Some men then pull him out of his bed, but once again appearances are deceiving. The walls are pulled away, and we realize that Buster is not in his own room, but rather in the theater where he works as a technician. This is one of Keaton's most famous shorts. The Playhouse contains a novel technical experiment with the repetition of Keaton's figure nine times in one scene.screenplay Buster Keaton Eddie Cline
carte postale à Serge Daney / 27 maggio 2016
Una compagnia petrolifera avida e senza scrupoli riesce a rubare il contratto di proprietà delle terre a una tribù indiana uccidendo uno di loro. La tribù, sul piede di guerra, decide allora di uccidere qualsiasi uomo bianco si avvicini alla riserva. Sarà proprio Buster a varcare per primo il cancello del villaggio indiano. Dopo un inseguimento e successivo rogo dal quale Buster riesce a salvarsi grazie a un abito ignifugo, diventerà un componente della tribù aiutando gli indiani a riconquistare il maltolto. The paleface è un film che nasce come parodia del genere western americano degli anni ’20 anticipando in maniera sorprendente la posizione a favore degli indiani contro l’arrogante uomo bianco.
A greedy, unscrupulous oil company has stolen an Native American tribe’s lease to their land and killed one of them. Furious, the tribe orders that the first white man who enters their encampment be killed, and Buster ends up being that man. After escaping death thanks to a fireproof suit, Buster becomes a member of the tribe and helps them regain their land. The Paleface is a parody of American Westerns of the 20s and it is an early and unexpected promotion of Native Americans against the arrogance of the white man.
carte postale à Serge Daney / 27 maggio 2016
Buster e Fatty gestiscono un garage che è anche una stazione dei vigili del fuoco. Nella prima parte i due, alle prese con il lavaggio di un’automobile, metteranno a soqquadro l’intero garage imbrattando di olio e grasso dappertutto. Anche gli sforzi del giovane dandy, impegnato a corteggiare la figlia del proprietario del garage, saranno resi vani dai disastri dei due imbranati. Nella seconda parte Buster e Fatty, alle prese con un falso allarme-incendio, finiranno per scoprire che è il garage che sta andando a fuoco. The Garage è uno dei corti più maturi e divertenti del duo comico, dove l’influenza del giovane Keaton è già evidente nelle scelte registiche e nelle esilaranti gag del film.
Buster and Fatty run a garage that is also serves as a firehouse. In Part I, they try to wash a car, but instead they make a mess of oil and grease all over the garage. Meanwhile, a young dandy is trying to seduce the daughter of the garage's owner of the garage. He fails, largely because of disasters caused by Buster and Fatty's clumsiness. In Part II, Buster and Fatty, while struggling with a false fire alarm, end up finding a real fire in the garage. The Garage is one of the comic duo's funniest and best-developed short films. The young Keaton exerted a clear influence on Arbuckle's choices as a director and on the film's gags.
carte postale à Serge Daney / 27 maggio 2016
In seguito a un equivoco dovuto a uno scambio di diplomi il giorno della cerimonia di proclamazione all’Università Popolare, Buster, dottore in Botanica, viene assunto come ingegnere elettrico per impiantare dei marchingegni elettrici in casa di un ricco possidente. Di ritorno dalle vacanze, il ricco possidente e la sua famiglia saranno introdotte ai congegni inventati da Buster: le scale mobili, il porgi-libro automatico, il biliardo elettrico. Il vero ingegnere elettrico, fatto fuori in seguito all’equivoco, ha pronto il piano per servire la sua vendetta, invertendo i fili elettrici della casa e facendo impazzire i dispositivi. The Electric House è uno dei corti da due-rulli più celebri di Keaton in cui si celebra una sorta di “rivolta delle macchine”, l’impossibilità di riportare tutto a un ordine.
Some diplomas are inadvertently switched during graduation from the Community College, and this confusion leads to Buster, who graduated with a degree in botany, being hired as the engineer responsible for installing electric machinery in a mansion. When the rich owner and his family return from their holidays, they encounter Buster's strange machinery: the escalator, a automatic book delivery system, and the electric pool table. The real engineer, who was fired because of the misunderstanding, wants revenge. He switches the electric cables of the house and causes a short circuit. The Electric House is one of Keaton's most famous short films. It celebrates a “revolt of the machines”, which represents the impossibility keeping everything under control.
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