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Il popolo dei Cantieri dice no

«Il popolo dei Cantieri non ci sta e reclama un coinvolgimento nelle scelte del Comune sulla cittadella culturale. Scelte che hanno provocato amarezza per il Centro internazionale di fotografia, allontanato dalla memoria di Letizia Battaglia, e un certo sconcerto per il destino del cinema De Seta. [...] Con un punta di sarcasmo, Andrea Inzerillo, direttore artistico del Queer Film Festival plaude alla decisione di affidare la gestione al Csc: “Fosse vera, sarebbe una notizia entusiasmante — dice — Che la Cineteca nazionale (che dalla chiusura della sala Trevi non ha neanche a Roma una sua sala di proiezione) decida di fare a Palermo quello che le sue omologhe all’estero fanno nelle rispettive capitali europee — mettendo a disposizione il suo ingente patrimonio di pellicole e facendo circuitare le principali retrospettive sui grandi autori della storia del cinema che girano per il mondo — ci renderebbe i cittadini più felici d’Italia”. Anche Inzerillo lamenta la mancanza di coinvolgimento: “Sarebbe bello conoscere il progetto per poterne discutere, abbiamo una lunga e consolidata storia di collaborazione con il Centro di cinematografia di Palermo e siamo stati chiamati a curare rassegne per la Cineteca nazionale e per molte altre realtà internazionali; significherebbe cominciare finalmente tutti assieme a costruire la cineteca del Mediterraneo che desideriamo”. Ma Inzerillo ha dei dubbi sulla possibilità che da Roma si voglia investire su Palermo e teme si possa trattare di un modo, nell’incertezza sul da farsi, di guadagnare tempo “Sarebbe una cocente delusione. Nel frattempo, noi continuiamo a lavorare”».