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editoriale

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La quinta edizione del Sicilia Queer comincia in una situazioneLa quinta edizione del Sicilia Queer comincia in una situazionestorica e sociale assai arretrata, peggiore forse di quellain cui abbiamo cominciato. Il contrattacco paracattolico legatoalla cosiddetta diffusione dell’ideologia gender è tanto ridicoloquanto pericoloso: proprio sotto il pontificato di papa Francesco,così apparentemente rivoluzionario, una reazione di questotipo fa rabbrividire, soprattutto se si pensa che altre forme difondamentalismo consentono oggi agli stati occidentali di aleggiarenuovi venti di guerra. Contro ogni strategia che fa dell’allarmismouna leva per il controllo sociale continuiamo a pensareche l’unica forma di resistenza duratura ed efficace sia quelladi coltivare il pensiero critico. È questa la base che continuaa motivare il nostro operato, dalla formazione universitaria agliincontri letterari fino ad arrivare alle proiezioni cinematografiche.Proporci come uno spazio di alternativa al pensiero dominante,come stimolo del pensiero critico, l’unica forma efficace di difesadi una libertà che è sempre potenzialmente minacciosa neiconfronti del potere e dunque passibile di ritorsioni: è stato ilcaso, quest’anno, della condanna per diffamazione del palermitanoVincenzo Rao per aver criticato le motivazioni dell’appellodi un giudice, o ancora dell’obbligo di firma per 17 attivisti di uncentro sociale palermitano, fortunatamente revocato in seguitoa una popolata manifestazione. La sproporzione di mezzi e lariduzione a giudiziario del politico non è certo una novità, mafa paura se si pensa al fatto che le conquiste sociali e politichedegli ultimi anni sono a rischio se non si mantiene dritta la barrasulla difesa di alcuni diritti fondamentali. E in questo discorsorientrano i diritti civili come i diritti politici, quelli del lavoro comequelli della dignità della persona, che è tale prima ancora di esserecomunitaria o extracomunitaria.Viene da chiedersi come si guarderà, tra qualche tempo, aquesti anni: anni difficili, certamente, soprattutto per i sud delmondo. E tuttavia anni di forte resistenza, di forte opposizionedi corpi e di idee che si rivoltano contro le soluzioni forzate, leimposizioni dall’alto, le strategie risolutive nelle mani dei saggi: contro una gestione consensuale dell’esistente, per dirla concontro una gestione consensuale dell’esistente, per dirla conuna formula. Nella prefazione all’edizione americana dell’Anti-Edipo di Deleuze e Guattari, Michel Foucault scrive una frasesemplice e programmatica: “non innamorarsi del potere”. Posizioneche deve stare alla base di ogni progetto che intendaoperare trasformazioni profonde della società. E se guardiamoalla città in cui operiamo non possiamo che plaudere al modoin cui il coordinamento Palermo Pride e Arcigay hanno accoltola proposta di Antonio Leone di invitare a Palermo la performerguatemalteca Regina José Galindo, realizzando una delle piùimportanti manifestazioni degli ultimi anni e ripensando in modosensato e ambizioso anche uno spazio che era (nuovamente)trascurato come quello di ZAC ai Cantieri Culturali alla Zisa.Che le associazioni LGBT lavorino sul territorio con uno sguardoampio e non identitario ci sembra una delle cose migliori chepossa succedere precisamente per dare una risposta articolatae di contrasto alla riduzione del mondo a cliché. [...]

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The fifth year of Sicilia Queer takes place in a declining socialThe fifth year of Sicilia Queer takes place in a declining socialand historical situation, maybe worse than when we began.The para-catholic counter attack revolving around the so-calleddiffusion of gender ideology is as ridiculous as it is dangerous.During the papacy of Pope Francis, seemingly such a revolutionary,a reaction like this sends shivers up our spine, and evenmore so if we consider the other forms of fundamentalism thatare allowing Western countries to dangle new threats of war. Weare against any strategy that turns alarmism into an instrumentof social control, and we still think that the only form of effectiveand long-lasting resistance is the nurturing of critical thinking.This is the basis that continues to motivate our work, from academiceducation to literary events and film screenings. We thinkof ourselves as a space for alternative ideas encouraging criticalthought – the only effective form of defending freedom, which isalways potentially threatened by power and vulnerable to retaliation.This was the case in the conviction for defamation of thePalermitan Vincenzo Rao this year for criticising the reasons of ajudge’s appeal, or the requirement to sign-in for 17 activists of aPalermitan community centre, withdrawn after a popular demonstration.This lack of proportion and the reduction of the politicalsphere in favour of the legal one definitely isn’t news, but it isscary to consider the fact that the social and political progressof the last few years will be at risk if we don’t maintain a vigilantdefence of some fundamental rights. And civil rights as wellas political rights, workers’ rights as well as those that concernhuman dignity – which are applicable to any human, whether“illegal” migrant or not – are part of this matter. [...]

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