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retrovie italiane / 27 maggio 2019

A partire dai filmati d’archivio che ripercorrono i giorni dell’impresa lunare del 1969, una conversazione che evoca apologie, elegie, digressioni e dissensi intorno a un tema su cui si confrontarono alcuni maestri del cinema e della letteratura italiana di quegli anni (da Pasolini a Ceronetti e Manganelli, da Bertolucci a Fellini).

retrovie italiane / 23 maggio 2019

[ITA]

“Di tutte le persone, il meno insopportabile è un misantropo”. Queste le parole di Emil Cioran su Guido Ceronetti, fondatore del Teatro dei Sensibili, traduttore, scrittore e poeta. Ma il misantropo non è che una delle sue sfaccettature: di fronte allo sfacelo che ha assunto ai suoi occhi la società contemporanea non può che assumere questo atteggiamento, ma un’onda di gioia e consolazione è quella che emana dal suo teatro, dalla sua poesia. Il mestiere di dare gioia è un mestiere duro: richiede un’assoluta dedizione e una continua autoanalisi, non lascia spazio alla costanza e alla regolarità di una vita pensata e vissuta a metà. Queste le premesse della storia di una ricerca artistica e spirituale unica, che interroga la tradizione antica e moderna riportandola costantemente a una vita nuova, ricca di una eco traboccante che dubita e riempie.

[ENG]

“Of all people, the less unbearable ones are misanthropes”. This is What Emil Cioran had to say on Guido Ceronetti, who was the founder of Teatro dei Sensibili, as well as a translator, a writer and a poet. But he’s not just a misanthrope: that’s the attitude he had to have because of the debacle that contemporary society has become to him, but there’s a wave of joy and consolation that spreads from his plays and his poems. The job of giving joy is a hard one: it requires absolute dedication and it leaves no room for the steadiness and regularity of a half-thought or half lived life. This is the premise of the story of a unique artistic and spiritual pursuit, that questions ancient and modern tradition to continuously give it a new life, a life that’s enriched by an overflowing echo that doubts and fulfills.

retrovie italiane / 23 maggio 2019

[ITA]

Un affermato soprano americano, Caterina Silveri, dopo la morte del marito e manager Douglas Winter lascia gli Stati Uniti e si stabilisce a Roma con il figlio Joe. Dalle atmosfere composte di una vita americana a Brooklyn, madre e figlio vengono catapultati in una sensualissima Roma dai colori bruciati dal sole. La città è illuminata anche di notte da una luna che dona visioni, svela e nasconde, riflette desideri, li perverte, li plasma finché non si svela come la guida che attraverso la sua attrazione fatale mostra i conflitti e li compone.

La luna più che un film è un gioco di specchi sul perdersi e il ritrovarsi, sul non riuscire a rivedersi nel mondo senza una guida e un modello, su come i percorsi individuali siano inesorabilmente intrecciati nonostante la nostra temporanea cecità, il nostro nasconderci dietro ciò che accettiamo come vero.

[ENG]

A well-known American soprano, Caterina Silveri, after the death of her husband and manager Douglas Winter, leaves the United States and settles up in Rome with her son Joe. Suddenly from the sober atmospheres of their American life in Brooklyn they are thrown to a sensual, drenched-in-sun Rome. By night the city is lit by a moon that gives visions, unveils and hides, reflects wishes, shapes and perverts them; until it reveals itself to be a guide that shows conflicts and settles them by her fatal attraction.

The moon is a game-of-mirrors movie on losing oneself and find it again, on not being capable to have a place in the world without a guide, on how individual paths are necessarily intertwined despite our superficial blindness, despite the habit of hiding behind what we accept as true.