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Sicilia Queer 2019 / 08 aprile 2019

Giunto alla nona edizione, il Sicilia Queer si appresta come ogni anno ad accompagnare il pubblico in un percorso ricco di suggestioni tra la storia del cinema e il cinema contemporaneo. Il programma sarà pubblicato nella sua interezza dopo la conferenza stampa di metà maggio: nel frattempo vi invitiamo a conoscere meglio il festival e a navigare tra le sue pieghe, dalle due sezioni competitive dedicate alle Nuove Visioni (New Visions) e ai Cortometraggi (Queer Short) ai film fuori competizione di Panorama Queer; dalle sezioni di storia del cinema Carte Postale à Serge Daney e Retrovie Italiane alle indagini dei paesi più ignoti proposte nella sezione Eterotopie; dal focus su un autore della sezione Presenze alle presentazioni di libri delle Letterature Queer passando per le mostre del Sicilia Queer.

Immergetevi nel Sicilia Queer: ne uscirete arricchiti!

Vi aspettiamo a Palermo, dal 30 maggio al 5 giugno 2019. 

Sicilia Queer 2019 / 08 aprile 2019

Sicilia Queer International New Visions Filmfest
Palermo, 30 maggio — 5 giugno 2019
nona edizione

SEDI / Cantieri culturali alla Zisa (via Paolo Gili, 4)

Cinema De Seta
CSC Centro sperimentale di cinematografia Sicilia
Goethe-Institut Palermo
Institut français Palermo
botteghe
Cre.Zi. Plus
Cantiere Cucina
Centro internazionale di fotografia
Spazio Franco
Haus Der Kunst


ALTRE SEDI IN CITTÀ

Cinema Rouge et Noir (piazza Verdi, 8)
Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino (piazza Antonio Pasqualino, 5)
I Candelai (Via dei Candelai, 65)


BIGLIETTI

                                                                          intero                con queer card           

Tessera sostenitore                                    100€                           

Tessera festival                                              50€                 40/25 €                            

Accredito studenti                                       25€

Ingresso giornaliero                                    10€                  8€

Ingresso singolo                                            5€                   4€

singolo studenti                                             3€


serata di apertura                                        10€
prevendita on line su billetto.it


Il programma potrebbe subire variazioni per cause di forza maggiore indipendenti dalla volontà degli organizzatori. Si invita pertanto a verificare gli eventuali aggiornamenti consultando il sito ei nostri canali social.

anteprime queer / 22 marzo 2019

La vita solitaria e monotona della sessantenne Liliane Cheverny, guarnitrice per un’azienda che produce pâté, cambia improvvisamente il suo percorso nel momento in cui il ventenne Jean mette piede nella fabbrica. Invaghita del ragazzo, che la riconosce come un’ex cantante caduta in disgrazia, famosa trent’anni prima con il nome d’arte di Laura, un’inizialmente reticente Liliane accetta di tornare a calcare il palcoscenico. La love story ritratta da Bavo Defurne ci mostra una parabola di vita fatta di ascese e rovinose cadute, e fino all’ultimo istante non concede allo spettatore il privilegio di sapere con quale delle due finiranno le vicissitudini della protagonista.

 

The lonely and monotonous life of sixty-year-old Liliane Cheverny, a trimmer in a company that produces pâté, suddenly changes its path when twenty-year-old Jean sets foot in the factory. Infatuated with the boy, who recognizes her as a former disgraced singer who had been popular thirty years back by the stage name of Laura, Liliane, reticent at first, endorses the idea of getting back on stage. The love story depicted by Bavo Defurne shows us a parable of life made of ascents and ruinous falls that, up until the very last moment, does not grant the viewer the privilege of knowing with which of the two, whether ascents or falls, Liliane’s misadventures will end.

anteprime queer / 22 marzo 2019

Ne I racconti dell’orso assistiamo al viaggio surreale per lande selvagge di un monaco meccanico e di uno strano ometto rosso. I due si inseguono e si ritrovano, vagando in una terra senza esseri umani e intrattenendo scambi e conversazioni con reticenti alci, alberi e statue. Quando troveranno il pupazzo di un orso rotto, faranno di tutto per riportarlo in vita. Seguendo l’onirico vagabondare dei due teneri e strampalati protagonisti, lo spettatore si perde in un sogno, all’interno del quale le emozioni basiche tanto vicine all’infanzia come l’amicizia, la solitudine, la malinconia o la gioia del gioco hanno il sopravvento sulla fredda razionalità della vita quotidiana.

 

In we witness the surreal journey into the wilderness of a mechanic monk and a strange little red man. The two chase and find each other, wandering in a land without human beings and having conversations with reticent elks, trees and statues. When they suddenly find the puppet of a broken bear, they do anything to bring it back to life. Following the dreamlike wandering of these two tender and odd characters, the viewer is lost in a dream within which basic childhood emotions such as friendship, loneliness, melancholy or joy of playing overtake the cold rationality of everyday life.

anteprime queer / 22 marzo 2019

Dopo aver seguito il vagabondare tragicomico dei protagonisti di Tangerine per i sobborghi californiani, con Un sogno chiamato Florida il regista Sean Baker poggia lo sguardo su un’altra realtà in movimento perpetuo, ossia quella dell’infanzia e degli inesauribili giochi della protagonista Moonee e dei suoi compagni di malefatte Jancey e Scooty. Nella surreale realtà del Magic Castle, una sorta di rivisitazione decadente del vicino castello di Walt Disney World, Moonee e sua madre Halee, ex ballerina disoccupata, si arrabattano per pagare l’affitto, ma la bambina non sembra rendersi conto delle difficoltà che la circondano.

After having chased through the Californian suburbs the tragicomic wandering of the main characters of Tangerine, with The Florida Project director Sean Baker takes an interest in another reality in perpetual movement, i.e., the childhood and the inexhaustible games of main character Moonee and her partners in crime Jancey and Scooty. In the surreal reality of Magic Castle, a sort of decaying reinterpretation of the nearby Walt Disney World Castle, Moonee and her mother Halee, a former dancer now unemployed, are struggling to pay rent, but the child does not seem to realize the difficulties that surround her.

anteprime queer / 22 marzo 2019

Il ritorno alla regia di Ado Arrietta è una fiaba che prende la forma di un gioco, oltre a essere un elogio al cinema e alla sua capacità magica e immaginifica di trasmutazione del tempo. Il principe Egon di Letonia, un giovane dandy dedito unicamente alla sua batteria, è ossessionato dall’idea di poter risvegliare dal suo lungo sonno la Bella Addormentata. Aiutato dalla fata Gwendoline e dal suo precettore Gérard, Egon attraverserà il bosco incantato che circonda il regno, dove la principessa e tutto il suo reame sono immersi in un sonno che li sospende nel passato. Seguendo la grazia e la levità delle danze che si ripetono in più scene del film, Arrietta ci invita a entrare nello splendore atemporale del regno della Bella Addormentata, e lo fa tramite dei meravigliosi tableaux vivants, nella rappresentazione di amori che nascono o si ritrovano e reami che tornano alla vita. Fedele a uno sperimentalismo che oggi sembra al contempo nuovo e desueto, come il doppio binario temporale del suo racconto, la fiaba di Arrietta diverte e incanta.

 

Ado Arrietta’s comeback as a director is a fairy tale that takes the form of a game, and an eulogy to cinema with its magical and imaginative ability to transmute time. Prince Egon of Letonia, a young dandy dedicated solely to his drums, is obsessed with the idea of ​​finding Sleeping Beauty and breaking her spell. With the help of fairy Gwendoline and her tutor Gérard, Egon will cross the enchanted forest that surrounds the kingdom, where the princess and her whole realm fell into a very deep sleep that withholds them in the past. Following the grace and the levity of the dances that are repeated in several scenes of the film, Arrietta invites us to enter the timeless splendor of Sleeping Beauty’s kingdom, and he does so through wonderful tableaux vivants, depicting love stories and realms that come back to life. Faithful to an experimentalism that today seems both new and obsolete, with this two-track approach of his story, Arrietta’s fairy tale amuses and enchants.

anteprime queer / 22 marzo 2019

La mujer fantástica descritta nel quinto film del cileno Sebastián Lelio è la ventisettenne Marina, felicemente fidanzata col cinquantenne Orlando. Ma l’idillio non è destinato a durare e la notte del compleanno di lei Orlando muore per un malore improvviso. Fin dal suo arrivo in ospedale col fidanzato in fin di vita, la transgender Marina si ritrova sotto attacco da parte di quasi tutti i personaggi che la circondano, a partire dal medico del pronto soccorso che la denuncia senza un apparente motivo, e culminando con i componenti della precedente famiglia di Orlando, l’ex moglie e il figlio adulto. L’elaborazione del lutto, suggerisce Lelio, quando si è una donna transgender appare particolarmente complicata. E lo è perché ad aggiungersi al dolore vi sono il mancato riconoscimento di un’identità e di un legame, quando non la loro palese e brutale rimozione. Girato utilizzando uno stile tragicomico, ipnotico e seducente, Una mujer fantástica ci mostra il racconto intimo e sofferto di una coraggiosa riappropriazione del sé. 

 

The described in the fifth film by Chilean director Sebastián Lelio is the 27-year-old Marina, happily engaged with fifty-year-old Orlando. However, the idyll is not meant to last and on the night of Marina’s birthday Orlando dies from a sudden illness. Since her arrival at the hospital with her clinging-to-life fiancé, transgender Marina finds herself under attack by almost all the characters that surround her, starting with the doctor in the emergency room who presses charges against her without any apparent reason, culminating in the meeting with the members of Orlando’s former family, namely his ex-wife and his adult son. As Lelio suggests, being a transgender woman can make the elaboration of mourning quite an excruciating experience, considering that, in addition to the pain, that person has to deal with a society which fails to recognize – or even worst represses – her identity and her affectional bonds. Shot using a tragicomic, hypnotic and seductive style, shows us the intimate and suffered story of a courageous re-appropriation of the Self.

anteprime queer / 21 marzo 2019

Parigi, primi anni ’90. Il movimento di giovani attivisti gay ACT UP dà vita a contestazioni spettacolari, alla ricerca del metodo più efficace affinché istituzioni e opinione pubblica aprano gli occhi sulla dilagante epidemia di AIDS che da qualche anno sta mietendo vittime in tutto il mondo. Il racconto parzialmente autobiografico del regista Robin Campillo mantiene viva la memoria delle battaglie di ACT UP senza formule retoriche o eccessi celebrativi, ma al contrario utilizzando un linguaggio a tratti semi-documentaristico che cala lo spettatore in un quotidiano fatto di infiniti dibattiti e confronti tra questi giovani attivisti che combattono lo spettro della morte attraverso l’arma dell’euforia e della rabbiosa vitalità della giovinezza.

Paris, early 1990s. ACT UP, a group of young gay activists organizes sensational actions in order to fight the public and institutions’ general indifference to the widespread AIDS epidemic, which in recent years has been claiming countless victims all over the world. Robin Campillo’s account, which is partially based on autobiographical experiences, is intended to keep the memory of ACT UP’s battles alive, without any rhetorical attitude or celebratory excess, but instead using a documentary-like language through which the spectator penetrates into a daily life made up of endless disputes and debates between these young activists who fight the specter of death using as their only weapon the euphoria of youth and its angry vitality.

Sicilia Queer 2013 / 21 marzo 2019

Pagina statica per l'elenco dei vincitori

Sicilia Queer 2014 / 21 marzo 2019

I Vincitori e i premiati dell’edizione Sicilia Queer 2014:

Premio Queer Short
Buffalo Death Mask di Mike Holboom

Premio 100 autori
ex aequo: El carro azul di Valerie Heine e Dog meet goose di Jonathan Bryant Crawford

Premio del Coordinamento Palermo Pride
Electric Indigo di Jean-Julien Collette
menzione speciale Buffalo Death Mask di Mike Holboom

Sicilia Queer 2017 / 21 marzo 2019

Sicilia Queer 2017
I film in concorso (Nuove Visioni , lungometraggi / Queer Short, cortometraggi) premiati dalle giurie del Sicilia Queer filmfest 2017

Premio della Giuria internazionale

Nuove Visioni 2017
Brüder Der Nacht / Brothers of the Night di Patric Chiha

Queer Short 2017
Im Efgosh Kosem / If I Met a Magician di Shaked Goren
menzione speciale: Division Movement to Vungtau di Benjamin Crotty e Bertrand Dezoteux

Premio 100 autori

Queer Short 2017
1992 di Anthony Doncque

Premio del Coordinamento del Palermo Pride

Queer Short 2017
Secret Santa Sex Party di Charles Lum e Todd Verow

menzione speciale: Les îles di Yann Gonzalez

Premio del pubblico

Nuove Visioni 2017
Los objetos amorosos di Adrián Silvestre

Queer Short 2017
Szép Alak / Bella figura di Hajni Kis

Sicilia Queer 2015 / 21 marzo 2019

SICILIA QUEER 2015

Premi e vincitori della quinta edizione del Sicilia Queer filmfest assegnati dalla Giuria internazionale composta da Véronique Aubouy, Roberto Castón, Benjamin Crotty, Davide Oberto e Tiziana Lo Porto.

Sicilia Queer 2016 / 21 marzo 2019

SICILIA QUEER 2016

I premi e i vincitori della sesta edizione del Sicilia Queer filmfest, assegnati dalla Giuria internazionale composta da Roy Dib, João Ferreira, Victoria Schulz e Giorgio Vasta.

Sicilia Queer 2018 / 21 marzo 2019

Sicilia Queer 2018

Ecco i vincitori delle due sezioni competitive del Sicilia Queer 2018 con le motivazioni della Giuria internazionale del festival composta quest’anno da Luciano Barisone (critico cinematografico), Alizé Pepper(scrittrice e artista), Carlos Conceição (regista), Patric Chiha (regista, vincitore Nuove Visioni 2017) ed Eleonora Danco (regista, performer e attrice) e i premi della Giuria 100 Autori e del Coordinamento del Palermo Pride.

anteprime queer / 19 marzo 2019

Originaria dello Sri Lanka, figlia del leader del movimento indipendentista Tamil, trasferitasi a Londra all’età di 9 anni con la famiglia a causa della guerra civile, Matangi “Maya” Arulpragasam in arte M.I.A. ha da sempre fatto i conti con il sospetto e l’intolleranza della gente. Con la musica nel sangue fin da piccola, la giovane Maya decide di raccontare il mondo attraverso una cinepresa diventando una documentarista. Tornata quindi in patria per un progetto sulle proprie origini, trova però la musica. Attraverso inedito materiale d’archivio, in parte girato dalla stessa M.I.A., il documentario ricostruisce la vita e l’ascesa della “bad girl” della musica pop, tra successo, censura e attivismo politico.

 

Born in Sri Lanka, daughter of the founder of the Tamil independence movement, moved to London from the civil war with her family at 9 years old, Matangi “Maya” Arulpragasam AKA M.I.A. always reckoned with people’s suspect and intolerance. Music in her bones since her childhood, the young Maya decides to illustrate the world with a camera becoming a documentarist. Back in her native land for a project about her origin, she finds instead the music. Using original archive material, partially shot by M.I.A. herself, the documentary retrace the life and the ascent of the “bad girl” of pop music, between success, censorship and political activism.

anteprime queer / 19 marzo 2019

L'adolescente Cameron Post viene sorpresa dal suo ragazzo mentre sta avendo un rapporto sessuale con un'altra ragazza, Coley Taylor, nel retro di un'auto durante la notte del ballo. La zia di Cameron, Ruth, una devota cristiana, invia quindi la ragazza in un centro di terapia di conversione per gli adolescenti gay, chiamato La promessa di Dio. Esso è gestito dalla severa dottoressa Lydia Marsh e da suo fratello, il reverendo Rick, il quale sostiene che i metodi di sua sorella lo abbiano curato della sua omosessualità. La compagna di stanza di Cameron, Erin, è una sincera credente nel programma del campo.
Cameron fa amicizia con due dei suoi compagni "discepoli", Jane Fonda, cresciuta in una comune hippie, e Adam Red Eagle, un due anime Lakota il cui padre si è convertito al cristianesimo, dopo averli visti fumare marijuana. I tre adolescenti sono legati dalla reciproca ribellione e dallo scetticismo nei confronti del campo.

anteprime queer / 19 marzo 2019

Durante un photoshoot per il suo ultimo lavoro a New York, Ronit riceve una chiamata inaspettata che la avvisa della morte del padre, il rabbino Rav Krushka, con cui aveva da tempo perso ogni rapporto. Tornata a Londra per il funerale, Ronit si ritrova dentro una comunità chiusa e diffidente, da cui era stata cacciata per l’interesse che nutriva per una donna, Esti, adesso moglie del loro amico di infanzia Dovid. Desiderosa di risolvere le faccende burocratiche e tornare in fretta a New York, Ronit verrà però trattenuta dalle attenzioni della sua vecchia amica. Presto il rapporto irrisolto tra le due donne si riaccenderà in una passione rimasta sopita per molto tempo, generando dubbi e insicurezze nel cuore di Dovid e mettendo in discussione le regole e i dogmatismi di tutta la comunità.

 

During a photoshoot for his last work in New York, Ronit receives an unexpected call that inform her of her father’s death, the Rabbi Rav Krushka, with whom she had lost all kind of relation. Back to London for the funeral, Ronit found herself inside a narrow-minded and suspicious community, from which she was shunned for her interest toward another woman, Esti, now wife of their childhood friend Dovid. Willing to settle all the bureaucratic issues to go back to New York, Ronit will be hold back by her late friend’s attentions. Soon, their unresolved relation will rekindle in a long lost passion, generating uncertainties in Dovid’s heart and questioning the rules and dogmatism of the entire community.

 

anteprime queer / 27 settembre 2018

[ita]

Lara è stata appena ammessa alla scuola di danza classica dei suoi sogni. Grazie al sostegno della sua famiglia e alla sua perseveranza, la quindicenne riesce perfino ad attirare l’attenzione dei suoi insegnanti, che la premiano per la sua costante disciplina. L’unica cosa che Lara non riesce però a controllare è il suo corpo: un corpo vivo e in piena tempesta ormonale. Il corpo di un ragazzo. Un corpo che non le appartiene e di cui si vuole disfare il prima possibile.

[eng]

Lara was just admitted to her classical ballet dream school. Thanks to the support of her family and his perseverance, the 15-year-old girl is even able to get the attention of her instructors, which praise her for her constant discipline. The only thing Lara cannot control is her body: a living body and in the middle of a hormonal rage. The body of a boy. A body that doesn’t belong to her and of which she wants to get rid of as soon as possible.

anteprime queer / 09 settembre 2018

[ita]

Mrs. Fairytale vive nel suo appartamento in stile Anni Cinquanta, tenuto in maniera impeccabile, come ogni altro aspetto della sua vita, che si tratti di un outfit o della riuscita di un party a inviti. Sotto la superficie di un’esistenza apparentemente felice, Mrs. Fairytale patisce le violenze del marito, trovando conforto nell’affetto per la cagnetta Lady e nei tentativi di attrarre la sua migliore amica, Mrs. Emerald.

Nata da una pièce teatrale diretta da Filippo Timi (protagonista e vero mattatore di ogni scena), questa colorata commedia ammicca a Lontano dal Paradiso di Todd Haynes, diventando sfrenata parodia del genere melò. Trucco, scenografia e recitazione sono continuamente sopra le righe, in un pastiche che tiene insieme l’intuizione di Richard Yates, il trasformismo di I Want To Break Free dei Queen e la leggerezza di Vita da Streghe.

[eng]

Mrs. Fairytale lives in her 50s style apartment, impeccably kept, just like any other aspect of her life, whether it is an outfit or the success of an invitation party. Under the surface of a seemingly happy existence, Mrs. Fairytale suffers from her husband’s violence, finding comfort in the affection for her little dog Lady and her attempts in attracting her best friend, Mrs. Emerald.

Born from a theatrical piece directed by Filippo Timi (protagonist and true star of the film), this colorful comedy winks at Todd Haynes’ Far from Heaven, becoming an unbridled parody of old-school melodramas. Makeup, set design and acting are incessantly over-the-top, a pastiche that holds together the insight of Richard Yates, the transformism of Queen’s I Want to Break Free music video and the facetiousness of Bewitched.

Sicilia Queer 2017 / 29 aprile 2018

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Il Sicilia Queer filmfest viene da lontano. Mai comeIl Sicilia Queer filmfest viene da lontano. Mai comequest'anno il nostro festival si presenta come l'esito di unlungo percorso, di tanti anni di riflessione attorno (dentro efuori) al cinema contemporaneo, con uno sguardo sempre piùcurioso motivato da una certa insoddisfazione verso l’esistentee dalla volontà di spingersi oltre. La settima edizione delSicilia Queer è il frutto di tutti questi anni anche se nasce piùconcretamente a Lisbona – dove lo scorso settembre siamostati invitati alla ventesima edizione di Queer Lisboa – e trovaun suo compimento a Nizza – dove abbiamo partecipato allanona edizione dei Rencontres Cinématografiques In & Out.Ma passa anche dalle cose che abbiamo visto e dalle personeche abbiamo incontrato a Parigi, Berlino, Milano, Torino,Bergamo, Manchester, Salonicco, Potenza e in altri luoghi diuna geografia sempre più estesa che fa di Palermo un punto direlazione con l'Europa e non solo.Il festival a cui lavoriamo con passione dal 2010 è oggi,come speravamo, un luogo di dialogo e di confronto trapersone interessate non soltanto all'ambito del cinema, o aquello della storia e della cultura lgbt, ma uno spazio per tuttiquelli che sentono la necessità di oltrepassare le etichetteper provare a stare nel proprio tempo con uno sguardo liberoe critico. Quando oggi decidiamo di ragionare sull'eredità del1977, a quarant'anni di distanza, lo facciamo tenendo insiemela dimensione cinematografica e quella politica, l'orizzonteculturale e quello militante. È qui che si incontrano figure cheoggi sembrano dimenticate, storie che sono state spazzatevia da tempi improntati a una certa rassegnazione. Per questosiamo convinti della necessità di riparlare di Marco Ferreri (nelventennale della morte) e di Guy Hocquenghem, del FUORIe del FHAR, delle lotte dei movimenti delle donne e degliomosessuali che rappresentavano avanguardie politiche toutcourt, nell’Italia e nella Francia di quegli anni. Ragionare suquesti gesti di dissidenza aiuterà forse a comprendere meglioun presente che non lascia presagire un avvenire florido: l'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti,l'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti,l’avanzata dei movimenti populisti in tutta Europa non devonoportare a tornare indietro su diritti acquisiti da molti anni, e chesono il frutto di lotte anche dure. È bene tenere alta la guardiae ravvisare focolai di resistenza nel nostro tempo, perchélottare per una società più giusta non è una moda del passato,ma un dovere per tutte e per tutti.Marcello Cimino aveva 45 anni quando a marzo 2017è stato ucciso per futili motivi, bruciato vivo durante lanotte mentre dormiva per strada, poco lontano dal luogoin cui svolgiamo il nostro festival. Nella stessa città in cuil’emergenza sociale è lungi dall’essere superata continuano glisbarchi di migranti in fuga da condizioni di vita inaccettabili,mentre la reazione dell’Europa ufficiale è sempre piùcaratterizzata da atteggiamenti antistorici e da chiusureinsopportabili, culturali prima ancora che geografiche.Tempi non precisamente festosi, dunque. È possibile faredi un festival – pur nella leggerezza che lo caratterizza – unmomento di riflessione su questi tempi? Crediamo di sì. Unfestival va letto a più livelli. Il livello immediato è quello legatoall'evento contingente, ai nove giorni che trascorriamo insiemetra i Cantieri Culturali alla Zisa e gli altri luoghi in cui si svolge lamanifestazione. Il livello ulteriore e forse più importante è peròquello di un'operazione culturale che vuole attraversare il tempoe lo spazio: è questo lo scopo della produzione di saperi,della condivisione di esperienze, della creazione di incontrie dell'accumulo di materiali (testi, immagini) che proiettano ilSicilia Queer su una dimensione più estesa nel tempo.È questo il terreno in cui una sezione come Eterotopieaccoglie naturalmente le riflessioni del filosofo Georges Didi-Huberman, che ci indica una strada possibile: quella di unasollevazione di fronte a tempi bui. Lo stesso terreno in cuiproponiamo all’attenzione del pubblico un focus sul lavoro diun giovane e talentuosissimo autore come Gabriel Abrantes,o in cui convochiamo a discutere di che cos’è lo sguardosul reale nel cinema contemporaneo critici e autori tra i piùimportanti del nostro tempo, che ragioneranno sul lavoro diClaire Simon, nostra ospite per un workshop che dà il via aun ciclo di Nuove lezioni siciliane sull’esempio di quello che aPalermo negli anni Novanta furono gli incontri con Kiarostami,Ruiz, De Seta, Emmer, Amelio, Wiseman e altri. E ancora,quello in cui Franco Maresco fa esplodere l’identità stessadel trailer di un festival, frantumandolo in una serie a episodiche interroga le tematiche legate alle sessualità in modoanticonformista, originale e politicamente scorretto.La settima edizione del Sicilia Queer dà come sempremolto spazio alla dimensione teorica e di elaborazione: iniziamo con una Summer School internazionale organizzatainiziamo con una Summer School internazionale organizzatain collaborazione con il Cirque (Centro Interuniversitario diRicerca Queer) e finiamo, quasi venti giorni dopo, dentroil festival letterario Una marina di libri, all’Orto botanico diPalermo. Presentiamo insomma un’edizione sempre piùarticolata, che crediamo possa interessare un pubblico ampio.Nel licenziare questo lavoro abbiamo una sensazionechiara: questa manifestazione, che fino a ieri era organizzata daun gruppo di persone appassionate, oltrepassa oggi i singoliindividui che la animano. Il Sicilia Queer ha una realtà e unapresenza che supera le nostre esistenze, la nostra cura e lanostra responsabilità. Se fino a ieri il festival era nostro, oggipossiamo rivendicare con orgoglio che esso è patrimonio dellacittà di Palermo. Scrivere il futuro di questo festival significheràallora contribuire all’attivismo culturale e politico della Palermodel futuro: un compito dal quale non possiamo esimerci.


Sicilia Queer filmfest comes from afar. Ever since thisSicilia Queer filmfest comes from afar. Ever since thisyear, our festival is the result of a long journey, of many yearsof consideration around us (on the inside and on the outside)of contemporary cinema, with an increasingly curious lookmotivated by a certain dissatisfaction with the existing andfrom the will to go further. The 7th edition of Sicilia Queeris the result of all these years, although it arises concretelyin Lisbon – where we were invited, last September, to the20th edition of Queer Lisboa – and finds its fulfillment in Nice– where we participated in the 9th edition of RencontresCinématografiques In & Out. But it also passes from thethings we have seen and from the people we have met inParis, Berlin, Milan, Turin, Bergamo, Manchester, Thessaloniki,Potenza and other places of an increasingly extensivegeography that makes Palermo a point of contact with Europeand beyond.The festival we work for passionately since 2010 is, as wehoped, a place of dialogue and confrontation between peopleinterested not only in the field of cinema, or in the LGBThistory and culture but in a “space” for all those who feel theneed to go beyond the labels to try to be in their time with afree and critical look. When today we decide to think aboutthe legacy of 1977, forty years away, we do so by keepingtogether the cinematic and the political dimension, the culturalhorizon and the militant one. This is where we get to meetfigures that seem to be forgotten nowadays, stories that havebeen swept away by a time of resignation. That is why weare convinced of the need to replicate Marco Ferreri (in thetwenty years of death) and Guy Hocquenghem, of FUORIand of FHAR, of the struggles of women and homosexualswho represented political avant-gardes in Italy and France inthose years. Relying on these dissenting gestures will perhapshelp us better understand a present that does not presume avibrant future: Donald Trump's election to the US presidencyand the advance of populist movements across Europe must not lead back on rights acquired for many years, and whichnot lead back on rights acquired for many years, and whichwere the result of hard struggles. It is good to keep theguard up and to perceive outbreaks of resistance in our time,because fighting for a more just society is not a fashion of thepast, but everyone’s duty.Marcello Cimino was a Palermitan homeless. He was 45years old. In March 2017 he was killed for futile reasons, burnedalive during the night while he slept, not far from where we aredoing our festival. In the same city where social emergencyis far from being overcome, landings of migrants continue toescape unacceptable living conditions, while the reaction ofofficial Europe is increasingly characterized by anti-historicattitudes and unbearable cultural and geographic closures.Times are not exactly festive. Is it possible to make afestival – with the lightness that characterizes it - a moment ofreflection on these times? We believe so. A festival must beread on multiple levels. The immediate level is the one relatedto the contingent event, to the nine days we spend togetheramong the Cantieri Culturali at Zisa and the other placeswhere the event takes place. The further and perhaps mostimportant level is, however, the one of a cultural operation thatwants to go through time and space: this is the purpose ofproducing knowledge, sharing experiences, creating meetingsand accumulating materials (texts , images) that project SiciliaQueer on a larger dimension in time.This is the ground in which it our section Eterotopienaturally welcomes philosopher Georges Didi-Huberman'sreflections, which indicates us a possible path: the one ofan uprising facing bad times. The same ground in which wefocus our attention on the work of a young and talented authorsuch as Gabriel Abrantes, in which we convene to discuss themost important critics of our time on what is the sight of real incontemporary cinema, who will discuss about the work of ClaireSimon, our host for a workshop that starts a cycle of Nuovelezioni siciliane, following the example of Palermo in the 1990swith Kiarostami, Ruiz, De Seta, Emmer, Amelio, Wiseman andothers. And yet, the one in which Franco Maresco explodesthe identity of the trailer of a festival, breaking it into a series ofepisodes that question non-conformist, original and politicallyincorrect sexually-related issues.The 7th edition of Sicilia Queer gives, as always, a lotof space to the theoretical and processing dimension: westart with an international Summer School organized incollaboration with the Cirque (Queer Research InteruniversityCenter) and we finish, almost twenty days later, within theliterary festival Una marina di libri, at the botanical gardenof Palermo. We are, in fact, presenting an increasingly articulated edition, which we believe may be of interest to aarticulated edition, which we believe may be of interest to alarge audience.In dismissing this work we have a clear feeling: this event,which until yesterday was organized by a group of passionatepeople, goes beyond the individuals who animate it today.Sicilia Queer has a reality and a presence that surpasses ourexistences, our care and our responsibility. If until yesterdaythe festival was ours, today we can proudly claim that it isthe heritage of the city of Palermo. Writing the future of thisfestival will then contribute to Palermo's cultural and politicalactivism of the future, which is a task we cannot refrainourselves from.