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nuove visioni / 21 maggio 2019

[ITA]

In fuga dalla sua Tolosa, Martin parte alla volta di Parigi in cerca di fortuna. Qui incontra Leah, con cui si è appena lasciato e che ha rappresentato il suo primo amore. La ragazza, che si dà da fare come guida turistica per gruppi di curiosi che visitano i quartieri del centro di Parigi, sembra non essere interessata a riallacciare i rapporti con Martin che, rifiutato, si vede costretto a trovare rifugio a casa dell’amico Bastien. Confusi e alla deriva, i due ragazzi cercheranno di superare a loro modo la fine della loro relazione tra inaspettati amori, improbabili lavori e una nuova consapevolezza di cosa voglia dire diventare adulti.

[ENG]

Running away from Toulouse, Martin departs for Paris seeking fortune. Here he meets Leah, with whom he just break up and which represented his first love. The girl, who works as a tourist guide for groups of curious in the area near the center of Paris, doesn’t seem interested to reconnect with Martin which, rejected, is forced to take shelter at his friend Bastien’s home. Confused and drifted, the two will try to get over on their on way the end of their relationship with unexpected loves, improbable jobs and a new awareness of what it means becoming adults.

nuove visioni / 21 maggio 2019

[ITA]

Diamantino Matamouros è il più forte calciatore del Portogallo, forse dell’intero pianeta. O almeno lo era, prima di sbagliare il rigore decisivo durante la finale dei Mondiali di calcio. Caduto in disgrazia, abbandonato dalla famiglia e dai tifosi, Diamantino si ritroverà al centro di un assurdo complotto politico-scientifico ed anche familiare mirato a clonarlo per formare una squadra di calcio imbattibile. Come se non bastasse, una peculiare agente speciale inizierà ad indagare i suoi conti bancari.

Una dark-comedy dalle tinte sci-fi che ci racconta, attraverso bizzarre esagerazioni pop ed una messa in scena fuori dagli schemi, tutte le contraddizioni e le assurdità del contemporaneo. Una prospettiva anomala che discute con intelligenza tutti i limiti legati al gender.

[ENG]

Diamantino Matamouros is the greatest Portoguese football player, even the greatest in the entire world. Or at least he used to be so, before he missed a decisive penalty during the World Cup final. Fallen into disgrace, left by his family and his supporters, Diamantino finds himself at the center of an absurd conspiracy political-scientific and familiar too aimed to clone him in order to create an invincible football team. On top of that, an extravagant special agent begins to examine his bank account.

A dark-comedy with a sci-fi flavour that tell us, through bizzarre pop exaggerations and an out of the box mise en scene, every contradictions and the absurdities of the contemporary. An anomalous perspective which wisely discuss every limits tied to the gender.

nuove visioni / 21 maggio 2019

[ITA]

Una giovane ragazza si prepara a ricevere nel proprio appartamento un cliente. L’uomo, trasposizione di Don Quijote nella Milano degli anni Novanta, seguendo una precisa ritualità si dedica alla pulizia maniacale di quattro stanze. La ragazza, incarnazione di Dulcinea, mangia, legge, si mette lo smalto, fuma, si veste e si sveste, come se Quijote non fosse lì presente e come se fra i due non ci fosse alcun rapporto. Il cliente, seguendo uno schema patologico, trafuga alcuni oggetti della ragazza, riponendoli in sacchetti di plastica, e successivamente nella sua 24 ore. Altre volte gli oggetti di feticcio vengono distrutti, vittime di raptus maniacali, in una meccanica che conduce alla ripetizione di un rito di celibato e di solitudine. Un film donchisciottesco, che prova a retrocedere a uno sguardo basico e anti-narrativo per restituire magicamente il senso di tutto nel ritmo di un linguaggio semplice e sperimentale allo stesso tempo.

[ENG]

A young girl is getting ready to welcome a client at her apartment. The man, transposition of Don Quixote, following a precise ritual, devotes himself to the maniacal cleaning of four rooms. The girl, personification of Dulcinea, eats, reads, paints her nails and smokes. She dress up and she get undress as if Don Quixote is not present there and as if there is no relationship between them.
The client, following a pathological scheme, steals some girl’s objects, he puts them in a plastic bag and than inside a small briefcase. Sometimes the objects he fetishizes are destroyed like victims of maniacal bursts. This mechanism leads to the repetition of a celibate and solitary rite. A donquixotesque movie, which tries to move back into a basic and anti-narrative gaze in order to magically give back the sense of everything in the rhythm of a language at the same time simple and experimental.

nuove visioni / 21 maggio 2019

[ITA]

Julia Katherine è un’attrice transessuale che vive in un piccolo appartamento di San Paolo. In questo intimo dialogo con il regista ripercorre con leggerezza gioie, traumi e piccole fatalità della sua vita. Le esperienze che l’hanno formata scorrono e disegnano le sue relazioni con l’amore, il sesso, il cinema e i diversi modi di vedersi che hanno attraversato la sua storia. Lembro mais dos corvos rievoca, congedandoli, i fantasmi che hanno toccato Julia nella sua crescita, dall’infanzia all’età adulta, attraverso una narrazione autoironica e spigliata che coinvolge con la freschezza di chi ha vissuto e non ha paura di raccontarlo; rende il cinema protagonista, come qualcosa per cui vivere e con cui esprimersi.

[ENG]

Julia Katherine is a transsexual actress that lives in a small flat in São Paulo. In this intimate conversation with the director she lightly goes trough her life’s joys, traumas and casualties. The experiences that shaped her flow and sketch the relationships she has with love, sex, cinema and the different ways in which she perceived herself during her life. Lembro mais dos corvos calls forth and dismisses the ghosts that have touched Julia during her growth, from childhood to adulthood, through a spontaneous and self-deprecating narration and fascinates us with the freshness of those who lived and are not afraid to tell; in it Cinema is the protagonist, something to live for, by which we can express ourselves.

nuove visioni / 21 maggio 2019

[ITA]

Un ragazzo si mette in viaggio alla ricerca del fantasma della madre per mantenere una vecchia promessa. Attraverso deserti sconfinati, antiche epoche e scenari post apocalittici, una voce lo guida verso un luogo familiare ormai perso nel tempo, verso le fondamenta di un ricordo sbiadito. Riuscirà il ragazzo a trovare l’uccello centenario dei racconti di sua madre? Riuscirà quindi ad esorcizzare la sofferenza dei fantasmi del suo passato?

In questo viaggio fantascientifico e autobiografico disteso nel tempo e nello spazio, non è solo il narrato ad essere discusso ma il cinema tutto. Una digressione concettualmente immutabile, ma sempre mutata nei suoi caratteri, sui generi e sulla rappresentazione dell’immaginifico. Un’esperienza visuale che fa da eco al cinema di Tarkovsky.

[ENG]

A young man travels to find his mother’s ghost in order to keep an old promise. Through endless deserts, ancient ages and post-apocalyptic landscapes, a voice guides him to a familiar place long lost in time, to the foundations of a faded memory. Will the boy find the centenary bird from his mother’s tales? Will he be able to exorcize the suffering of his past’s ghosts?

In this fantascientic and autobiographic trip stretched through time and space, it isn’t just the narration to be discussed but cinema in its entirety. A conceptually immutable digression, but always muted on its specificities, about genres and the imaginative’s depiction. A visual experience echoing Tarkovsky’s cinema.

nuove visioni / 21 maggio 2019

[ITA]

Pierino Aceti è un pensionato di Bergamo. Fa una vita ordinaria, metodica, attenta a ogni dettaglio. Nel corso di una serie di incontri settimanali durati un intero anno all’interno del suo appartamento, il protagonista racconta al regista Luca Ferri quella che sembrerebbe essere l’anonima quotidianità della sua esistenza. Il ritratto che ne deriva, interamente girato in VHS, è un malinconico e divertente tête-à-tête nel quale il cinema, oggetto della passione di Pierino da tutta la vita, restituisce al nostro eroe la sua devozione e popola così la sua solitudine: il ritmo si dilata, le cose più ordinarie assumono un respiro diverso e Pierino diventa finalmente protagonista di un intero film. Secondo capitolo della trilogia domestica di Luca Ferri dopo Dulcinea.

[ENG]

Pierino Aceti is a retired living gin Bergamo. He has an ordinary, methodical life, accurate in every little details. During a series of weekly meetings lasted an entire year inside his apartment, the protagonist tells to the director Luca Ferri what it’d seem like an anonymous routine of his existence. The portrait derived by that, shot entirely in VHS, is a melancholic and funny tête-à-tête in which cinema, Pierino’s object of passion for his entire life, gives back to our hero his devotion and thus fills up his solitude: the rhythm stretches, the most ordinary things assume a different meaning and Pierino finally becomes protagonist of an entire movie. Second chapter of Luca Ferri’s domestic trilogy after Dulcinea.

nuove visioni / 21 maggio 2019

[ITA]

Medio Oriente, 2006. In un campo di prigionia gestito dal reggimento di una potente coalizione internazionale, i soldati passano il tempo sorvegliando e torturando i prigionieri. Tra questi un pericolosissimo terrorista, recluso in una cella di massima sicurezza, un oscuro buco scavato nelle profondità del terreno sabbioso. I soldati del campo lo chiamano Il Profeta, perché passa le sue giornate preannunciando la fine di ogni dolore, guerra, malattia e l'avvento di una nuova era, il regno in terra di un dio sconosciuto e invisibile che spazzerà via i corrotti che governano il mondo. Una giovane soldatessa, figliastra e nipote del comandante del reggimento, si infatua perdutamente di questa figura misteriosa. La sua diventa un'ossessione che la spinge a imboccare una strada che cambierà il destino di tutti.

Una rilettura contemporanea della Salomé di Oscar Wilde, un film diviso in due atti che tocca questioni politiche senza dimenticare l’indissolubile nesso che lega Eros e Thanatos, desiderio e violenza.

[ENG]

Middle East, 2006. Inside a prison camp managed by a regiment of a powerful international coalition, soldiers spend time guarding and torturing the prisoners. Among them a dangerous terrorist, locked up in a maximum security cell, an obscure pit digged in the depth of a sandy field. The soldiers of the camp call him The Prophet, because he spends his days forewarning the end of any pain, war, illness and the arrival of a new era, the reign on the earth of a unknown and invisible god that will wipe out the corrupt who rule the world. A young soldier, step-daughter and niece of the regiment’s commander, desperately fall in love of this mysterious figure. Hers becomes an obsession that pushes her to take a road which will change everyone’s destiny.

A contemporary interpretation of Oscar Wilde’s Salomé, a movie divided in the acts which touches political questions without forgetting lasting link between Eros and Thanatos, desire and violence.

nuove visioni / 21 maggio 2019

[ITA]

A seguito di un progetto di riqualificazione urbana, Géro sta per essere sfrattato dalla sua casa e dal suo piccolo teatro. Come se non bastasse, un giovane nipote che conosce a malapena, confessandogli di voler diventare un drammaturgo, si stabilisce nella sua casa per scrivere una pièce teatrale con lui. Per combattere la gentrificazione e l’ingiustizia sociale, con la voce roca e il passo un po’ incerto, a Géro non resterà che armarsi di tutto punto e diventare un vero e proprio pirata.

Una fiaba contemporanea, uno sguardo libero che parte dalla periferia per provare ad abitarla in maniera differente, e che indaga l’umanità dei personaggi ragionando su valori di comunità e spazi di socialità.

[ENG]

Following an urban redevelopment project, Géro is about to be evicted from his home and his small theatre. If it wasn’t enough, a nephew he barely knows, confessing him he wants to become a playwriter, settles in his house to write with him a theatre play. In order to fight gentrification and social injustice, with is muffled voice and his shaky step, Géro is forced to fully arm himself and become a real pirate.

A contemporary tale, a free gaze which sets off from the suburbs in order to try to inhabit it in an unconventional way, and which investigates humanity of the characters reasoning about the values of community and social spaces.

carte postale à Serge Daney / 21 maggio 2019

[ITA]

Frank (Ripploh) è un insegnante che conduce una vita scandita da riunioni scolastiche e capatine ai bagni pubblici di Berlino Ovest. Al centro dell’ambiente gay della città, Frank si oppone con fervore alla monogamia e si gode le gioie della promiscuità, la sorpresa galvanizzante dell’incontro casuale. Bernd, invece, è un romantico sognatore che spera di potere presto trasferirsi in campagna, lontano dal trambusto metropolitano, e lì trascorrere le sue giornate con l’uomo giusto. Malinconico cassiere in un cinema, Bernd s’imbatte nello scapolo impenitente con cui vivrà una relazione turbolenta.

Opera manifesto del cinema queer pre-AIDS, Taxi zum Klo è un film audace, quasi autobiografico, che estremizza il conflitto tra ruolo sociale e vita privata, sfidando le certezze del mondo eteronormativo e mostrando una realtà tanto brulicante quanto sommersa.

[ENG]

Frank (Ripploh) is a teacher who leads a life punctuated by schools meetings and quick stops in the public baths of West Berlin. At the heart of the city gay’s life, Frank fervently opposes monogamy and enjoys the delights of promiscuity, the galvanizing surprise of random encounters. Bernd, instead, is a romantic dreamer who hopes to move soon to the countryside, away from the urban bustle, some place where to spend his days with the right man. He is a gloomy cashier in a cinema, where he stumbles upon the impenitent bachelor with whom he will live a turbulent relationship.

Milestone of pre-HIV queer cinema, Taxi zum Klo is a bold, almost autobiographical film that takes the conflict between social role and private life to extremes, challenging the certainties of the heteronormative world and portraying a reality as swarming as it is submerged.

carte postale à Serge Daney / 21 maggio 2019

[ITA]

Eddie e Leda sono due travestiti che si contendono l’amore di Gonda, proprietario del gay bar Genet, dove lavorano entrambi. Ambientato alla fine degli anni Sessanta in una Tokyo notturna e abbagliante popolata da studenti riottosi, giovani alla ricerca di un’esistenza lontana dai vincoli sociali e dive da burlesque che si trasformano in principesse del boudoir, Il funerale delle rose è un’opera chiave della Nouvelle Vague giapponese: una ferita ancora pulsante che mescola liberamente interviste documentarie, meta-film brechtiano, nefaste premonizioni edipiche e grafismo metropolitano.

Un ritratto schietto, erotico e non apologetico di una comunità sotterranea ma sempre più scalpitante, pervaso e alimentato dalla follia di sbornie lisergiche, chitarre fuzz e mascara in gran quantità che hanno influenzato l’Arancia meccanica di Kubrick.

[ENG]

Eddie and Leda are two transvestites who compete for the love of Gonda, owner of the gay bar Genet, where they both work. Set at the end of the 1960s in a nocturnal and dazzling Tokyo populated by riotous students, youngsters yearning for a life far from social ties and burlesque divas that turn into princesses of the boudoir, Funeral Parade of Roses is a key work of the Japanese New Wave: a throbbing cinematic wound that mixes documentary interviews, Brechtian film-within-a-film, Oedipal premonitions of disaster and metropolitan graphism.

A frank, erotic and unapologetic portrait of an underground community that is increasingly jittery, fueled by the insanity of colossal booze, drugs, fuzz guitars and tons of mascara as well as a direct influence on Kubrick’s A Clockwork Orange.

eterotopie / 21 maggio 2019

[ITA]

In tempo di guerra e desolazione, in luoghi senza dèi e senza padroni, figure confuse e prive di identità si muovono attraverso il tempo. In un mondo dove tutto pare non avere più un senso, dove il passato si confonde costantemente con il presente, le immagini anarchiche ci raccontano storie imperfette, incomplete, spezzate.

Un lavoro di montaggio che, ricorrendo all’ausilio di prezioso materiale d’archivio e di video tratti da internet, si situa ai confini tra il documentario e la finzione, una finestra su scenari invisibili, su un quotidiano assurdo, incoerente e senza spettatori.

[ENG]

In a time of war and desolation, in places without gods or rulers, confused figures and without identity travel through time. In a world where everything seems to make no sense, where the past got confused with the present, anarchical images tell us imperfect, incomplete, broken stories.

A work of montage that, thanks to the help of precious archive footage and videos borrowed from the internet, wander between the border of documentary and fiction, becoming a window to invisible scenarios, to an absurd and incoherent daily life without any audience.

eterotopie / 21 maggio 2019

[ita]

Un tendone del circo nazionale italiano arriva a Damasco. Non c’è alcuna traccia però del realismo magico raccontato da Fellini. Persino da quel luogo idealizzato, fatto di sogni e celluloide, non si vede l’ora di fuggire. Mentre le immagini della rivolta si riversano nei televisori e i missili sibilano nel cielo, lo sguardo innocente di due bambini dilata il tempo all’infinito.

Lontano dall’asettico racconto di guerra o dal reportage televisivo, il documentario di al-Beik è disperata ricerca di un ordinario inesistente, accorato e insistito racconto di un quotidiano ben più irreale della stessa finzione.

[eng]

The Italian National Circus tent arrive in Damascus. However, there’s no trace of the magical realism told by Fellini. Even in that idealized place, made by dreams and celluloid, you can’t wait to run away. While the pictures of the riot pour into the TV, while the rockets whistle in the sky, the innocent look of two kids stretches time endlessly.

Far from the aseptic war story or the TV report, al-Beik’s documentary is a frantic research of a fictional normality, a heartfelt and insisted tale of a daily life even more unreal that fiction itself.

eterotopie / 21 maggio 2019

[ITA]

Quando Ammar incontra la sua ex amante Marie, i due decidono di spendere la notte insieme nel suo appartamento di Parigi. Distesi sul letto, possiamo percepire la loro angoscia: mentre l'ambiziosa Marie è preoccupata per la sua carriera di attrice, il fotoreporter Ammar è sempre più ossessionato dalle news che arrivano dalla Siria, da dove è rientrato con due giorni in anticipo, dove aveva fotografato la guerra in corso ad Aleppo.

Partendo dal reale, e calandolo in un racconto metropolitano, al-Beik porta avanti una coraggiosa riflessione sulle responsabilità dell’artista, e quindi dell’arte, nella società. Una disamina sull’intorbidimento dell’arte a causa dell’agio borghese.

[ENG]

When Ammar meets his former mistress Marie, they decide to spend the night together at his apartment in Paris. Laying on the bed, we sense their distress: while Marie is worried about her career as an actress because of her ambitions, Ammar the photojournalist is becoming increasingly obsessed with the news from Syria, from which he just returned two days earlier, where he was covering the ongoing war in Aleppo.

Setting off from reality, blending it inside a metropolitan tale, al-Beik carries on a bold discussion about the artists’ duties, thus the art’s one, in our society. An examination on art’s muddying by middle-class comfort.

eterotopie / 21 maggio 2019

[ITA]

2011, Il Cairo: una folla inferocita piange la morte dei martiri del popolo, manifestando contro la famiglia Mubarak. Parallelamente, una famiglia si prepara per raggiungere la folla nelle strade. Il suono assordante del televisore si confonde con l’eco della rivolta delle strade. Un giovane martire muore, torturato e ucciso da un regime oppressore. Un bimbo nasce già sporco del sangue del suo popolo.

La giustapposizione di materiale d’archivio e filmati casalinghi trasportano la dimensione intima del focolare domestico nel mezzo della rivolta, in uno scambio reciproco e simbiotico fatto di memoria, sangue e sofferenza.


[ENG]

2011, Cairo: a furious crowd cries the death of his martyrs, demonstrating against Mubarak’s family. In the mean time, a family gets ready to join the crowd on the streets. The deafening sound of the television mixes up with the echoes of the street’s revolt. A young martyr dies, tortured and killed by an oppressive regime. A child is born covered with the blood of the people.

The juxtaposition of archive footage and homemade videos carries the family hearth’s intimate dimension

in the middle of the riot, in a mutual and symbiotic exchange made by memory, blood and suffering.

queer short / 21 maggio 2019

[ITA]

Pigmalione, deluso dalle donne dei suoi tempi, decide di creare una donna senza macchia con le sue stesse mani. Modella quindi la sua creazione al massimo delle sue aspettative: la donna deve essere in grado di soddisfare i suoi piaceri e contribuire al suo regno con la sua forza lavoro.

Basato sul mito di Pigmalione e Galatea, qui abilmente rivisitato e aggiornato, questo saggio audiovisivo, attraverso materiale di repertorio intelligentemente smembrato e ricostruito come la stessa Galatea, discute la figura della donna nel contemporaneo come proiezione esclusiva del desiderio sessuale maschile. Questo collage d’immagini e filmati, guidate dal racconto di una voce fuoricampo, intesse quindi una critica verso una società ancora oggi fin troppo estetizzante e fallocentrica.

[ENG]

Pygmalion, disappointed of the women of his time, decides to create an immaculate woman with his own hands. He models his creation at the height of his expectations and level: she should be able to satisfy his pleasures and provide his kingdom with workforce.

Based on the myth of Pygmalion and Galatea, here cleverly updated and revisited, this audiovisual essay, through archive material wisely dismembered and reconstructed like Galatea herself, discusses the women’s position in the contemporary as an exclusive projection of the male sexual desire. This collage of pictures and videos, guided by a story told by a voice over, thus assembles a critique toward a society yet too much aestheticizing and phallocentric.

anteprime queer / 09 maggio 2019

Normal è un documentario fuori dagli schemi, originale e visivamente audace che riflette su come il genere definisca il nostro agire quotidiano, influenzandone gesti, desideri, comportamenti e aspirazioni. Un viaggio tra le dinamiche di genere nell’Italia di oggi, raccontate attraverso un mosaico di scene di vita quotidiana, dall’infanzia all’età adulta. In palestra come in spiaggia, in discoteca, in chiesa, in un parco giochi o al centro estetico: Normal osserva le coreografie dei corpi, i rituali sociali per ognuno dei generi nei contesti più ordinari e familiari. Un caleidoscopio di situazioni di volta in volta curiose, tenere, grottesche, misteriose, legate dal racconto di quella che siamo soliti chiamare normalità, mostrata però da angoli e visuali spiazzanti.

Con uno sguardo insieme intimo ed estraniante, il film esplora la messa in scena collettiva dell’universo maschile e femminile, proponendo una riflessione – lucida, e provvista di ironia – sull’impatto che ha sulle nostre vite la costruzione sociale dei generi. Per cercare un nuovo significato a quella che ogni giorno e spesso senza troppo pensiero (e cuore) definiamo normalità.

anteprime queer / 06 maggio 2019

Robi Rapp e Ernst Ostertag si incontrano tramite la rivista omosessuale Der Kreis e il suo club gay a Zurigo dagli anni ’40. Sebbene all’epoca l’omosessualità fosse legale in Svizzera, non era ancora del tutto tollerata e, nel diventare il primo luogo di ritrovo omosessuale, Der Kreis diventa anche il baluardo dei diritti e della cultura gay. Quando Ernst, insegnante, si innamora perdutamente di Robi, parrucchiere di giorno e travestito di notte, un’ondata di crimini omofobici si abbatte su Zurigo. Un clima di paura si instaura nella comunità e dà vita a profondi cambiamenti all’interno dell’associazione. Robi ed Ernst non si lasceranno più e arriveranno fino all’ufficializzazione della loro unione negli anni ’90, quando diventeranno la prima coppia omosessuale svizzera legalmente sposata. Il film ha vinto il Teddy Award come miglior documentario al Festival di Berlino 2014.

Robi Rapp and Ernst Ostertag met through the homosexual magazine Der Kreis and its gay club located in Zurich since the 40s. Though at the time homosexuality was legal in Switzerland, it wasn’t totally tolerated yet, and becoming the first gay meeting place, Der Kreis became the symbol of the defence of homosexual rights and culture. When Ernst, a teacher, fell madly in love with Robi, a hairdresser by day and transvestite by night, a wave of homophobic crimes hit Zurich. A climate of fear built up in the community and gave birth to profound changes within the association. Robi and Ernst will never split up and they will obtain the formalization of their union in the 90s, when they became the first legally married Swiss homosexual couple. The film won the Teddy Award for best documentary at Berlin Festival in 2014.

anteprime queer / 06 maggio 2019

Come una coppia di Don Chisciotte e Sancho Panza dei nostri tempi, Sam e Jonathan, due venditori ambulanti di travestimenti e articoli per feste, ci accompagnano in un caleidoscopico viaggio attraverso il destino umano. Trentanove episodi girati con camera fissa creano questo percorso che svela la bellezza insita in alcuni singoli momenti, la meschinità di altri, l’ironia e la tragedia nascosti dentro di noi, la grandezza della vita, ma anche l’assoluta fragilità dell’umanità. Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza è pervaso da un raffinato humour insieme a quel gusto dell’assurdo tipico del cinema scandinavo. Una brillante commedia che conclude la geniale trilogia di Roy Andersson, vincendo il Leone d’oro al settantunesimo festival di Venezia.

Just like Don Quixote and Sancho Panza of our times, Sam and Jonathan, two peddlers who sell costumes and party items, will lead us though a kaleidoscopic journey across human destiny. Thirty-nine static-shot episodes create this route that reveals the beauty lying in some single moments, the pettiness of others, the irony and tragedy hidden inside us, the greatness of life, but also the extreme weakness of human beings. A pigeon sat on a branch reflecting on existence is pervaded by a refined humour together with that taste of the absurd typical of the Scandinavian cinema. An extraordinary comedy that concludes the genial trilogy by Roy Andersson, winning the Golden Lion at the 71th Venice film festival.

anteprime queer / 04 maggio 2019

Un progetto d’amore ad alto valore sociale e politico: due donne decidono di rendere pubblico il loro giorno più bello, anche se sanno che così facendo si esporranno all’incomprensione di un paese, l’Italia, dove il matrimonio omosessuale non è ancora riconosciuto. Dal loro seguitissimo blog nasce questo film, che racconta le avventure di due promesse spose fino al fatidico sì. E che non è solo la storia tenera e divertente dei preparativi per una cerimonia italo-svedese, è una denuncia contro la grave arretratezza italiana in materia di diritti civili, e un modo di indicare la direzione giusta: la strada fino a quella cerimonia nei boschi, a quella famiglia allargata riunita senza pregiudizi attorno alla realtà dell’amore.

A love project with a high social and political value: two women decide to let the most important day of their life become a public event, but they know that by doing this they will be exposed to misunderstandings in a country, Italy, where gay marriage is not recognized yet. This film was born from their very popular blog and tells us about the adventures of the two betrothed until their fateful “I do”. And it is not just the tender and amusing story about the preparation of the Italian-Swedish celebration, it also exposes the serious Italian underdevelopment concerning civil rights, it is a way to point the right direction: the one that will lead to that ceremony in the woods, to that extended family all gathered around a reality of love, without any prejudice.

anteprime queer / 04 maggio 2019

Basato su una storia vera, Pride è una commedia sociale ambientata nell’epoca thatcheriana durante lo storico sciopero dei minatori del 1984. Un gruppo di attivisti del movimento gay, spinti dalla solidarietà verso chi, come loro, lotta contro il sistema, decide di raccogliere fondi per gli scioperanti del Galles. I minatori però accolgono con diffidenza l’iniziativa, considerando il sostegno di lesbiche e gay inopportuno e imbarazzante. L’incontro fra i due mondi, difficile per non dire esplosivo, sarà la base per una sorprendente amicizia reciproca. Accolta trionfalmente al Festival di Cannes e salutata da un enorme successo di pubblico nel Regno Unito, una commedia irresistibile che è stata uno dei casi cinematografici del 2014.

Based on a true story, Pride is a social comedy set during the Thatcherism while the historic miner’s strike of 1984 was taking place. A group of gay activists decides to raise money to support some Welsh picketers out of solidarity towards those who struggle, like they do, against the system. But at first the miners mistrust their action, considering gays and lesbians support as inopportune and embarrassing. The encounter between these two worlds, though difficult not to say explosive, will become the base of an astonishing and mutual friendship. Triumphantly welcomed at Cannes Festival, and saluted by a great success of public in the UK, Pride is a compelling comedy, a great hit of 2014.